La storia e gli amori di Lord George Byron, la sua vita sempre al massimo (e al limite), il sogno risorgimentale (e la passione per Garibaldi di Bettino Craxi), un palazzo nobile che giaceva in stato di abbandono. Ravenna ha preso questi tre ingredienti e, miscelandoli opportunamente, è riuscita nell’impresa di creare un palazzo-museo a due passi da San Vitale che diventerà un punto di eccellenza della sua offerta culturale. E se ieri è stata mostrata la parte di palazzo destinata al museo Byron, i musei nella loro completezza – oltre a quelli dedicati a Byron e al Risorgimento ve ne sarà uno di una collezione di bambole – e la Taverna Byron verranno inaugurati il 26 ottobre, altra ricorrenza storica (1860, Teano, incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele. Prima, il 25 maggio, vi sarà la firma per l’insediamento della Sede Italiana della Byron Society a Ravenna.
L’iniziale costruzione di Palazzo Guiccioli risale al 1500: negli anni la dimora è passata dalla famiglia di tessutai lodigiani, gli Osio, alla famiglia Gamba, all’esercito del Regno d’Italia e all’amministrazione comunale. Il declino lo aveva ridotto in condizioni deplorevoli sino a quando la Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna, guidata prima da Lanfranco Gualtieri e ora da Ernesto Giuseppe Alfieri, ne ha deciso l’acquisto.
Il Palazzo è noto per essere stato residenza di Byron e di Teresa Gamba – moglie di Alessandro Guiccioli, ma legata sentimentalmente al poeta inglese – nonché luogo d’elezione dei moti risorgimentali ravennati. "A un certo punto – racconta il presidente del gruppo La Cassa Antonio Patuelli – si fusero un’esigenza e un sogno: l’esigenza del Comune, che aveva ereditato il Palazzo, di destinarlo a un uso adeguato; il sogno nostro di vederlo dedicato al suo più illustre abitante". Nelle altre stanze troverà spazio la collezione cittadina dedicata al Risorgimento e ai cimeli Garibaldini raccolti da Craxi che la figlia Stefania ha voluto depositare per 20 anni a Ravenna.
Giorgio Costa