
Ancora una notte di movida
Firenze, 4 settembre 2019 - Urla, schiamazzi, risate fragorose. Con il rientro dalle ferie, in città l’esercito di soldatini della movida cresce a colpi di spritz e birre. Alle quattro del mattino Jacopo, 21 anni, non si regge in piedi. Barcolla fino a cadere contro un portone in Borgo dei Greci, cuore della movida fiorentina. Non dà cenni di riprendersi, si guarda intorno e ride. Nessuna parola, solo risate ma è il suo fiato a raccontare della notte appena passata. E’ solo delle leve del popolo della notte che la serata, molto spesso, decide di finirla sotto le finestre dei residenti, costretti a chiudersi in casa con tapparelle serrate e doppi vetri. Da piazza Tasso a Sant’Ambrogio fino ai lungarni che, con l’arrivo della bella stagione, pullulano di locali, la movida divide la città: i residenti che vorrebbero dormire, i gestori lavorare e i giovani divertirsi. In Borgo la Croce, gli abitanti sono stremati: centinaia di ragazzi fanno su e giù fino all’alba, vociano, si spintonano e a volte si appiccicano ai campanelli.
Sono seduti ovunque, sui marciapiedi, persino nel mezzo della carreggiata. Ogni angolo sembra buono per accasciarsi e scolare quello che si ha in mano. «Assurdo, anche per Borgo La Croce serve un’ordinanza come quella di via de’ Neri. Alcuni residenti hanno dovuto spostare il letto per dormire» racconta Simone Scavullo del gruppo No al silenzio nel Quartiere 1. In piazza Ghiberti non va meglio, nelle stradine strette tra Sant’Ambrogio e Santa Croce, nel weekend è l’inferno: decine e decine di persone appiccicate come sardine non si schiodano prima dell’alba. Proprio in queste strade è nato il comitato ‘Manoiquandosirme’ – il nome è significativo rispetto alla battaglia da portare avanti – che negli anni si è avvalso anche della consulenza di alcuni legali.
Le richieste degli abitanti del comitato sono chiare: regolamentazione delle concessioni di spazi esterni, regole più rigide in materia di insonorizzazione, più controlli e provvedimenti, come la chiusura anticipata, nei confronti dei locali poco rispettosi. Una battaglia, quella del comitato che ha avuto anche la benedizione della Corte di Cassazione che ha condannato la movida ‘chiassosa’ con una sentenza che sovverte la precedente per via de’ Benci e riconosce al gestore la responsabilità dei rumori esterni al suo spazio.
Ma nella mappa della città che non dorme troviamo anche Borgo dei Greci. Emanuele Corti Grazzi lo sa bene: «Noi siamo lo scarico della movida di via de’ Benci e piazza della Repubblica: una volta usciti dai locali, si riversano tutti nella nostra via. Lo stesso problema di via Pietrapiana o via dei Neri o Borgo degli Albizi». Le partite in notturna continuano a tenere in ostaggio piazza Tasso. Una situazione che va avanti almeno dal 2012 quando i primi abitanti denunciarono la presenza di una piccola banda di ragazzini che scavalcava i cancelli e si intrufolava nel campetto.
Da questo anno la situazione è precipitata e gli appuntamenti nel campetto di piazza Tasso si sono moltiplicati. «Hanno chiuso il campo ma non serve a nulla – è chiara Maria Milani del comitato Oltrarno Futuro -, c’è chi scavalca e ci tiene svegli fino alle prime ore della mattina. E’ assurdo tutto questo». Da via de’ Bardi, sta per nascere un nuovo comitato promotore di una raccolta firme contro alcuni locali che scaricano la movida molesta all’alba sotto le proprie finestre: «Non si tratta solo di rumori – scrivono a La Nazione -, noi ci ritroviamo a che fare con spaccio, risse, brutti ceffi».