Santo Spirito si placa, ora la malamovida è altrove

Viaggio nella notte fiorentina, dove il coprifuoco pare già finito. Il caos si trova sui lungarni e a Bellariva. A Sant’Ambrogio non si dorme più. Il quartiere più tranquillo è Santa Croce, senza stranieri a caccia di alcol

Sabato sera in piazza Santo Spirito

Sabato sera in piazza Santo Spirito

Firenze, 21 giugno 2021 - Nella notte in cui le piantine che Mister Palazzo Vecchio butta nella mischia del sagrato della basilica come carta della disperazione, la movida cialtrona di Santo Spirito si trasforma d’incanto da gang di rivolta-pedane a mite scolaresca di un educandato svizzero (declinata a miti consigli più dagli sguardi torvi degli agenti presenti in piazza che dall’alloro dei vasi) la corrida dei tiratardi irregolari si spalma su lungarni e Bellariva. La nostra passeggiata notturna ha subito un’accelerazione cardiaca a Gavinana quando un filotto di diciottenni in sella a moto più grandi di loro pensa bene di scambiare via Coluccio Salutati per il circuito di Jerez della Frontera impennando, si stima a cazzotto, a cento all’ora. Lo ‘stavolinamento’ arrembante stuzzica la fantasia dei parcheggiatori seriali che s’inventano posti auto a un soffio dai tinelli delle case.

Così da via Orsini a San Frediano, quasi senza soluzione di continuità. Chi ha rinunciato alla Versilia gioca tutta la benzina che ha nel serbatoio nell’ultimo fine settimana giallo-fiorentino e ne salta fuori una serata agitata, più nevrotica che allegra, dalla gradazione alcolica inevitabilmente alta. Volano così diversi cazzotti tra il lungarno alle Grazie e corso Tintori (e a notte fonda in piazza della Vittoria), un tot di spintoni lungo i giardini di Bellariva, qualche sedia di plastica finita a galleggiare in Arno e un coro di urla selvagge, con annesse provocazioni ai passanti e qualche coretto nostalgico del ventennio, sulle sponde di piazza Ferrucci.

Sì perché nella movida galoppante, che si è ripresa le strade dopo il lungo inverno proibizionista, sembra iniziare a delinearsi una sorta di mappa politico-giovanile dal sapore tardo novecentesco. Centri sociali e in generale ragazzi che strizzano l’occhio alla sinistra più tosta che hanno come quartieri generali l’Oltrarno e Sant’Ambrogio, giovanotti che politicamente simpatizzano per la sponda opposto più avvezzi a frequentare i chioschi dei lungarni e piazza della Repubblica. Alle 23.30 spaccate, quattro ragazzine a un tiro di schioppo dai 16 anni avanzano in minigonna sul lungarno Cellini passandosi due bottiglie di rosso da due spiccioli rimediate in un minimarket.

Intorno a Sant’Ambrogio, dove i residenti hanno ricominciato a non chiudere occhio, i decibel sono da concerto dei Metallica e non c’è un buco per sedersi. Alla fine l’unico quartiere più tranquillo è quello che in passato era il principe delle burrasche notturne, quella Santa Croce che, orfana di giovani americani in trasferta alcolica, ritorna nelle mani di una movida più matura, cui basta e avanza ormai una cena con amici e un Negroni a seguire. Poco prima delle 2 la città si spopola e chi può, finalmente, si addormenta. Ma che fatica.  

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