Da quasi dieci anni ormai, un comitato si sta occupando di coltivare i terreni abbandonati dell’ex azienda agricola di Mondeggi. Per dieci anni con il motto di "Mondeggi non si vende" ha difeso il bene pubblico e occupato due cascine mantenendo fertili le terre.
"Oggi possiamo dire, dopo diversi tentativi di mettere all’asta il bene andati a vuoto, qualche denuncia e molte mobilitazioni, che abbiamo vinto la battaglia", dicono dal comitato. Lo hanno ribadito ieri pomeriggio in un’assemblea alla Casa del popolo di Ponte a Ema in cui hanno ricostruito il loro impegno fino all’epilogo in cui la Città Metropolitana, proprietaria di villa, fattoria e terreni, li ha tolti dai beni alienabili.
La prossima sfida ora si chiama Mondeggi 2026: "Della ristrutturazione di tutta la tenuta, che verrà portata avanti dalla Metrocittà con fondi del Pnrr – ricordano dal comitato – vogliamo essere ancora protagonisti: abbiamo costituito una forma associativa, la Aps Mondeggi Bene Comune, nella consapevolezza che nulla deve essere dato per scontato. Vogliamo partecipare alla progettazione del futuro di Mondeggi quale bene comune aperto alle energie di tanti, luogo di sperimentazione di pratiche sociali, ecologiche, culturali e politiche altamente innovative. Stiamo anche lavorando ad un progetto di transizione, da valutare insieme alle istituzioni, che vogliamo sostenere con la stessa determinazione che ci ha consentito di arrivare fin qui".
Manuela Plastina