Era dai bombardamenti del Campo di Marte del settembre 1943 e dei quartieri intorno a San Jacopino del marzo 1944 che il Meyer, allora nella sede storica di via Luca Giordano, vicino al Ponte del Pino, non curava feriti di guerra. Per quasi 80 anni è stato così. Poi dal 2023 l’ospedale dei bambini di Firenze si ritrova ad accogliere in maniera costante bimbi provenienti da zone di conflitto, in particolare dall’Ucraina e da Gaza. Gli ultimi arrivati sono due bambini originari proprio della Striscia martoriata da bombardamenti e uccisioni. Hanno ferite di guerra molto gravi sul corpo e negli occhi la paura delle bombe, dell’odio, della morte.
Sono arrivati a Firenze dopo un lungo viaggio accompagnati da familiari e fratellini. La bambina ha sei anni; a fianco a lei in Italia c’è il nonno, in questo luogo così lontano da casa eppure sentito come nuova dimora di speranza. Ha riportato un politrauma, in particolare un trauma cranico che preoccupa i medici di alta specializzazione del Meyer. Nelle prossime ore, la bimba dovrà essere sottoposta a un’attenta valutazione neurochirurgica. L’altro bimbo arrivato all’ospedale di Firenze ha nove anni ed è arrivato accompagnato – anche in questo caso – dal nonno, nonchè dalla mamma e da due fratellini. La signora è incinta del 4° figlio. Il bimbo di 9 anni è rimasto coinvolto nello scoppio di una bomba che ha costretto il personale sanitario locale di Gaza all’amputazione di un arto. Ma ha bisogno di cure più intense che troverà in Italia. Il trasporto internazionale e in sicurezza dei bambini e dei loro familiari è avvenuto ancora una volta attraverso la task force della cooperazione sanitaria internazionale che manda dei medici a recuperare i bambini laddove si trovano, li sottopone in loco alle prime analisi e cure, li monitora e protegge durante il viaggio per poi affidarli nelle mani del personale del Meyer. Un’operazione complessa e delicata, realizzata con il coordinamento della centrale regionale Cross di Pistoia, la Prefettura di Firenze e il personale dell’ospedale che ha accolto anche questi due piccoli nella rianimazione per una valutazione generale delle loro condizioni di salute. Poi saranno spostati nei reparti più adatti a curare i loro problemi.
In ospedale hanno trovato anche gli operatori dei servizi sociali e un mediatore linguistico messo a disposizione dalla Fondazione Meyer per facilitare la comunicazione anche con i medici. In questi ultimi mesi sono stati una ventina i minori arrivati da Gaza in Toscana per trovare cure fondamentali per la sopravvivenza o una migliore qualità della vita. Lodi alla task force da parte del presidente della Regione Eugenio Giani: "Come sempre la Toscana è pronta a garantire cure adeguate a chi non le può ricevere nel proprio Paese. Offriamo una speranza non solo di fronte a guerre o gravi emergenze, investendo nella cooperazione internazionale per far crescere i sistemi sanitari di altre Nazioni, ispirati da tre principi: equità, accesso universale e lotta alle disuguaglianze".