
Michele Riondino e l’ex Ilva: "Palazzina LAF" alla Compagnia
Protagonista di film premiati, come "Il giovane favoloso", "Noi Credevamo", "Maraviglioso Boccaccio", "Fortapasc", "Dieci inverni" e volto della serie tv "Il giovane Montalbano", esordisce alla regia. E lo fa con un film di impegno civile. Si chiama "Palazzina LAF" e vede Michele Riondino alle prese con temi vicini alla sua Taranto.
Il film, che in un bel cast vede brillare la stella Elio Germano, viene presentato dallo stesso Riondino e proiettato domani alle 20,30 al cinema La Compagnia a Firenze. Visti i temi trattati, in occasione di questa speciale proiezione, in anteprima toscana, è atteso in sala anche il collettivo lavoratori della ex Gkn. "E’ la storia di uno dei più famigerati reparti lager del sistema industriale italiano – spiega Riondino -. È la storia di un caso giudiziario che ha fatto scuola nella giurisprudenza del lavoro: 79 lavoratori altamente qualificati costretti a passare intere giornate in quello che loro stessi hanno definito in tribunale una specie di manicomio". Il lavoro, i conflitti di classe, mobbing, sfruttamento e mancato rispetto dei diritti dei lavoratori, gli operai, vengono analizzati dall’acuta lente d’ingrandimento della contemporaneità dal poliedrico Riondino in questo film realizzato in collaborazione con Toscana Film Commission, che è stato ambientato a Taranto, ma è stato girato alle acciaierie di Piombino. Quello della palazzina LAF fu uno dei primi casi di mobbing in Italia. "Tutti i fatti narrati nel film sono frutto di interviste fatte a ex lavoratori Ilva ed ex confinati, e i passaggi finali sono dettagliatamente presi dalle carte processuali che hanno determinato la condanna degli imputati e il risarcimento delle vittime – sottolinea nelle note di regia Michele Riondino -. Questo film vuole essere una sorta di affresco sociale, non vuole raccontare quello che succede oggi a Taranto, ma quello che oggi viviamo è sicuramente frutto del disinteresse di chi nel 1995 ha sacrificato un’intera città sull’altare del proprio capitale". Il film racconta di Caterino, uomo semplice e rude, uno dei tanti operai che lavorano nel complessodell’Ilva di Taranto. Quando i vertici aziendali decidono di utilizzarlo come spia per individuare i lavoratori di cui sarebbe bene liberarsi, Caterino comincia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi solo alla ricerca di motivazioni per denunciarli.
Giovanni Ballerini