Metti il cantante con un mattatore. Ricordi, musica e lampi di comicità. Masini-Panariello, che spettacolo

Il tour della strana coppia fa tappa domani al Teatro Verdi. Due tra i volti più amati in Toscana si raccontano. Il comico: "All’inizio lui doveva far piangere, io ridere. Poi la percentuale comica ha preso il sopravvento" .

"Il pubblico toscano ci ha visti crescere e quindi sa tutto di noi, sorprenderlo ogni volta è una faticaccia" ammette Giorgio Panariello parlando del sodalizio con Marco Masini che lo vede impegnato domani al Teatro Verdi e il 22 dicembre a quello di Montecatini nell’attesa di salire la notte di Capodanno sul palco del Modigliani Forum di Livorno. "All’inizio le parti erano chiare: te devi far piangere, io devo far ridere. Fifty-fifty. Poi la percentuale comica ha preso il sopravvento su quella musicale perché Marco è entrato molto bene nel tessuto della commedia e ci sono momenti che fa ridere anche più di me. Entra nel mio, facendo imitazioni, rispondendo picche alle battute, insomma, prendendosi un po’ di confidenza. Troppa confidenza". E il sodale: "Mi ridimensiono subito dicendo che pure Peppino a volte faceva più ridere di Totò. Ma ci riusciva perché aveva al fianco Totò".

Venite da una fortunata estate di spettacoli

Panariello: "Sapevo che Marco non è solo quello che canta, ma ha una personalità variegata, dallo spiccato ‘sense of humor’. È stato però quando ci siamo messi a scrivere che il puzzle ha iniziato a comporsi; le date estive ci hanno consentito di amalgamare il tutto e farlo diventare una specie di commedia".

Benefici della continuità

Masini: "Questo spettacolo ci ha dato modo di imparare l’uno dall’altro. Io ho insegnato a Giorgio ad andare dietro al metronomo, a cantare con gli auricolari, mentre lui mi ha fatto capire i tempi e le pause giuste per scatenare le reazioni del pubblico".

Non si ride soltanto

Masini: "Quando canto ‘Caro babbo’ raccontiamo io la storia del padre che ho perso, lui quello che non ha mai avuto e ha sempre cercato nella fantasia, nell’immaginazione. Per lo più, però, il clima è leggero. A ‘stendermi’ sono le sue improvvisazioni; quei momenti in cui ti prende alle spalle con una battuta e non sai se iniziare a cantare o rotolarti in terra dalle risate".

Che sarà del vostro incontro?

Panariello: "Mi piacerebbe registrarlo. L’ho fatto solo con l’ultimo dei miei spettacoli teatrali e mi sono reso conto che è stato un peccato perdere la memoria di quelli precedenti. Se ne potrebbe trarre uno show televisivo per piattaforma. Certo è stato uno show episodico, un po’ come quello a tre con Pieraccioni e Conti in occasione del ventennale del nostro primo spettacolo. Io e Marco non siamo una coppia del mondo dello spettacolo così come con Leonardo e Carlo non siamo un trio. E poi nella narrazione dello show rimangono cose non dette che potrebbero essere riprese".

Marco, che progetti ha?

Masini: "Sto lavorando a nuove canzoni cercando una coerenza tra quello che quello che sono e il mondo. Nella mia casa in Chianti, sulla Cassia, mi sono ricavato uno studio di registrazione dove passo il tempo".

Lei Giorgio è impegnato in “Lol - Chi ride è fuori”. Poi?

Panariello: "Devo mettermi a scrivere il nuovo spettacolo, dedicando tutte le energie a quel lavoro immane che è creare personaggi e monologhi. Immane perché oggi, fra radio, tv, web e social è tutto un pullulare di battutisti. Basta allungare lo sguardo a YouTube o TikTok per rendersi conto che è sempre più difficile creare qualcosa di nuovo. Poi devo finire ‘Lol’ e fare una cosa per il cinema".

Comica o drammatica?

Panariello: "Iniziano ad arrivare proposte anche per generi diversi dalla commedia. Credo di possedere la maturità per dimostrarmi un bravo attore sullo schermo".

Andrea Spinelli