
La nostra spesa con soltanto 10 euro in tasca ai banchi del mercato di Sant’Ambrogio
Firenze, 16 luglio 2022 - ’Mala tempora currunt’ dicevano i latini con piglio solenne quando non le cose non giravano per il verso giusto. Sbalzati idealmente in questa estate balorda del 2022 oggi avrebbero certo rilanciato il loro adagio spaventati da una guerra che morde ai fianchi l’Europa e fa volare i prezzi come aquiloni impazziti e ammorbati dal fiato molle di una pandemia che ristagna nell’aria i cui strascichi si annidano nelle pieghe di famiglie sempre più in affanno.
C’è crisi, si dice. Dura arrivare a fine mese, dura pure mettere insieme il pranzo con la cena. Frasi che sentiamo ogni giorno rimbalzare in bar e piazze e così abbiamo deciso di toccare con mano il fenomeno e, immaginando di dover mettere a tavola una famiglia di quattro persone per un pranzo, siamo andati ai banchi del mercato di Sant’Ambrogio in tarda mattinata (quando le attività iniziano lentamente a chiudere qualche sconto last minute capita sempre, specie per la frutta e la verdura) cercando di comprare quanto più possibile.
In tasca 10 euro, la missione impossibile di tirarci su un pranzo. La carne viene scartata a prescindere (troppo cara). Partiamo dai rudimenti: acqua e pane. La prima per fortuna a casa c’è, per il secondo dobbiamo provvedere. Ed ecco il filoncino che fa al caso nostro: mezzo chilo, 1 euro e 70. Ci restano la bellezza di 8 euro e 30 centesimi. Idea: con un po’ di uova e di zucchine si può fare una bella frittata.
A seguire con la frutta può saltar fuori una bella macedonia che con questo sole che picchia come un martello pneumatico e arroventa l’asfalto di febbre a 35° se proprio del tutto non sfama almeno rinfresca. Eccoci dunque a un altro banco: per 6 uova confezionate spendiamo circa un euro e mezzo a cui aggiungiamo, per condire la frittata, quattro zucchini con tanto di fiore (posson tornare gustosi da friggere) portati via a un euro e 70. Ci restano cinque euro e una monetina da 10 centesimi.
Sbizzarriamoci con la frutta. "Vi faccio un po’ di sconto, tanto siamo a fine mattinata..." strizza l’occhio l’ambulante. Ed ecco una bel sacchetto con una decina di albicocche e sei susine. Ci rientra perfino un casco di banane. Il ’decino’ si è volatilizzato ma ci avviamo alla macchina con un bel cesto di merce. Non un pranzo a cinque stelle ma quanto basta per mettere insieme il pranzo (alla cena, penseremo poi) con 2,5 euro a testa. Prima di andarcene due parole con un ambulante: "C’è meno giro di questi tempi?". "No, direi di no, le persone sono affezionate ai mercati e vengono qui ogni giorno lo stesso, crisi o non crisi. Qualcosa però è cambiato".
Quel che dice dopo ci farà pensare un bel po’: "Qualche anziano ormai compra la frutta a unità e non più a peso. Mi viene in mente un’anziana che l’altro giorno per i nipoti ha comprato tre albicocche di numero per i nipoti". Neanche 50 centesimi.