Maura, una vita a inseguire asteroidi "Non mi stancherò mai di cercare"

Tombelli, 70 anni a novembre, è prima al mondo per numero di scoperte: "Salviamo la terra da possibili impatti"

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di Alessandro Pistolesi

Se ci guardiamo le scarpe non siamo nessuno, ma se spostiamo lo sguardo verso l’alto possiamo essere tutto. E Maura Tombelli, 70 anni a novembre, vive da sempre con il naso all’insù, il cielo come bussola di vita. Sì è innamorata dell’universo quando era bambina: cercava le stelle cadenti ma non le vedeva. Sì è messa in testa che doveva riuscirci ed è diventata la prima astrofila al mondo per numero di asteroidi scoperti. La sua passione nasce da una promessa. "Avevo 4 anni – racconta Maura mentre apre le porte dell’osservatorio Beppe Forti con gli occhi che brillano –, mio babbo mi portò alla prioria di San Lorenzo a vedere le stelle cadenti. A un certo punto dissi: ’Quella stella tentenna, ora cade’. Tutti risero. A 9 anni invece il paese si riunì per vedere l’eclissi totale di sole e dissi a mia mamma: ’Ma quella è la luna?’. E anche in quel caso scoppiò una grassa risata. Non bisogna mai ridere di un bambino quando fa una domanda. E così io quel giorno mi dissi: nessuno riderà più di me. Da allora ho iniziato a studiare e non ho più smesso".

Finora quanti asteroidi ha scoperto?

"Ne ho visti più di un milione, 199 portano il mio nome. Non mi stanco mai di cercare, anche se oggi la soddisfazione più grande è lasciarli scoprire ai ragazzi che frequentano l’osservatorio".

A quale asteroide tiene di più?

"La Gregoriana, perché mi ha dato la possibilità di incontrare Papa Giovanni Paolo II. E pensi che io all’inizio io lì non dovevo nemmeno esserci...".

Come mai?

"Mi chiamarono per invitarmi a un congresso di meteoriti in Vaticano, risposi che non era il mio campo e che non si potevano intitolare asteroidi a un Papa. Allora mi dissero di intitolarlo alla Pontificia Università Gregoriana. Accettai".

E l’incontro con Wojtyła?

"In quel periodo non credevo neanche, credevo solo alle stelle. Ma quando gli sono stata così vicino da poterlo toccare sono tornata a credere. Anche se sono rimasta con un rimpianto...".

Cioè?

"L’incontro avvenne il giorno dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Non ci fu modo di lasciare in Vaticano l’attestato con l’intitolazione del nuovo asteroide. Ho scritto una lettera a Papa Francesco per consegnargli finalmente quell’attestato. Prima o poi mi convincerò a spedirla".

Meglio le stelle o le persone?

"Le stelle. Con loro non si litiga, loro non tradiscono mai. E se aspetti una stella stai pur certo che arriverà. Le persone invece si fanno la guerra, ci troviamo su un pianeta che è un briciolo della galassia che a sua volta è un briciolo dell’universo. Eppure ci sentiamo al centro di tutto e facciamo troppo poco per preservare il nostro pianeta".

È vero che una volta ha battuto pure la Nasa?

"Era il 28 agosto del ’94, ero a San Marcello Pistoiese, cercavamo gli asteroidi che avevamo scoperto. Ma sbagliammo a puntare il telescopio e ci imbattemmo nel primo asteroide pericoloso per la terra. Prendemmo immagini fino alle 2 di notte, mi dovetti fermare solo perché la mattina dopo dovevo rientrare in banca a lavorare. La sera però ero già sul terrazzo con il mio piccolo telescopio".

Come andò a finire?

"Per fortuna con calcoli approfonditi venne stabilito che non avrebbe intersecato l’orbita della terra".

La vostra attività ora su cosa si concentra?

"Aiutiamo gli astronomi a preservare la terra da possibili impatti. Venerdì 13 aprile del 2029 l’asteroide Apophis passerà a 30mila chilometri dalla terra. Sarà il primo asteroide che potrà essere visto a occhio nudo. Ripasserà nel 2036 ma non ci saranno rischi di impatto".

Ha mai pensato di lasciare il lavoro in banca per diventare un’astronoma professionista?

"Mio babbo faceva il vetraio e mi diceva sempre: ’Prima si mangia, poi si pensa alle stelle’. Amava la musica ma ha atteso la pensione per comprarsi il pianoforte. Lo stesso io: la mia liquidazione è servita a realizzare questo osservatorio che ora portiamo avanti con tanti sacrifici. Un posto aperto a tutti, soprattutto ai giovani".

A loro cosa dice?

"Semplice: fate quello che vi piace e non lavorerete mai in tutta la vostra vita". E ora gli occhi brillano più che mai. Come se dentro custodissero una stella.

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