
L’incontro di Marco Masini con i fan ieri alla libreria Feltrinelli, il cantante si è concesso con autografi e due chiacchiere insieme agli ammiratori
L’ottovolante dell’uomo volante. Non è un gioco di parole, ma la carriera di uno dei cantautori più ruvidi e romantici degli ultimi decenni: fiorentino doc, Marco Masini è un irregolare di successo, con 11 album alle spalle, nove partecipazioni a Sanremo – di cui due vittoriose nel 1990 e nel 2004 con ‘Disperato’ e ’L’uomo volante’ – e una sequenza interminabile di brani cult. Dopo aver festeggiato i 60 anni tra le piazze e i teatri italiani in compagnia dell’amico Giorgio Panariello, oggi è di nuovo in pista per presentare alla Feltrinelli la sua dodicesima fatica in studio: si intitola ‘10 amori’ (Momy Records, Concerto /BMG), è prodotto da Gianluca Tozzi e Milo Fantini ed è disponibile dal 4 ottobre in formato cd e vinile. In attesa del grande concerto venerdì 25 del 2025 al Mandela Forum.
Ha dichiarato che uscire con un album è sempre una scommessa. Come sta andando?
"Molto bene, siamo secondi su Itunes e Amazon, dietro una band sconosciuta chiamata Coldplay (sorride, ndr). Non solo, ma il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, ‘Allora ciao’, è piaciuto molto alla programmazione radiofonica. E’ un disco lento, un oggetto fisico, non è uscito sulle piattaforme, l’obiettivo è farlo gustare a tutti a poco a poco, come negli anni Novanta".
Da Sanremo allo Zecchino d’oro, dalle colonne sonore al teatro con Panariello: c’è qualcosa che vorrebbe ancora fare?
"Mi sarebbe piaciuto lavorare con Michael Jackson e John Lennon, ma non è più possibile. Non ho trovato ancora una collaborazione che abbia interesse artistico, non mi interessano quelle di natura esclusivamente commerciale. Con Panariello c’è amicizia profonda e intesa mentale, abbiamo imparato molto l’uno dall’altro, è il tipo di relazione artistica che intendo".
Lei cominciò all’inizio degli anni Novanta con due maestri come Beppe Dati e Bob Rosati: cosa significa fare musica oggi?
"La musica ha subito tante evoluzioni, per esempio oggi tra radio e piattaforme i tempi dei pezzi sono estremamente ridotti, ma forse è la scelta giusta, se si adatta meglio alla sensibilità del pubblico attuale. Per la mia generazione è difficile capire cosa accadrà in futuro".
Sarà a Firenze il 25 ottobre al Nelson Mandela Forum. Cosa aspettarsi?
"Proveremo a ricreare l’atmosfera, gli arrangiamenti e l’impatto sonoro degli anni Novanta, ovviamente le donne non potranno più lanciare reggiseni e mutandine come allora!".
Giulio Aronica