REDAZIONE FIRENZE

Marignolle collina malata: "Acqua, frane e deviazioni. La viabilità è impossibile"

Cedono i muri di contentimento e gli scarichi ricevono sempre meno. Il nostro tour in auto: "Dobbiamo sempre pregare di non incrociare camion".

Via del Chiassone ancora chiusa al transito per una frana

Via del Chiassone ancora chiusa al transito per una frana

Marignolle risulta letteralmente spezzata in due da frane e cantieri, con i residenti costretti a deviazioni per stradine impervie e pericolose e costretti a un giropesca che li obbliga a passare per il Galluzzo per arrivare a Firenze.

Attraverso un giro in macchina con un gruppetto di residenti la situazione appare chiara fin dalla partenza, in via di Santa Maria a Marignolle, dove è difficile scambiarsi con un camion da cantiere.

"Ha ceduto via del Chiassone: è chiusa da più di due anni per una frana e c’è un contenzioso tra il comune e la proprietà. In più da due giorni c’è un cantiere su via di San Quirichino per il gas e sarà chiusa anche lì almeno fino a venerdì".

Ma noi imbocchiamo via della Pescaia, unica valvola di sfogo. Subito si presentano buche tremende e la strada è larga poco più di un metro e mezzo: preghiamo di non incontrare un’altra macchina in senso opposto, perché tra quelle curve cieche e la viscida discesa sarebbe impossibile sia fare marcia indietro che scambiarsi.

"Auto e furgoni rimangono incastrati di continuo, spesso ingannati dai navigatori. – racconta Paolo Bogani – E anche in moto è infattibile, tanto più che c’è il fondo spesso coperto di foglie e terra, visto che non passa la pulizia strade e non puliscono scarichi e zanelle". E di acqua e fango qui, quando piove, ne passa proprio tanta: "L’acqua non è più regimentata, e tutta la collina sta franando".

A testimonianza, il muro di contenimento vistosamente spanciato. E arrivati quasi in fondo su via delle Bagnese: "Pure questi alberi stanno per cadere in strada". Si torna indietro, la Panda arranca e slitta sulla ripida salita, ma riusciamo ad imboccare via della Grillaia. Anche qui la strada pende verso l’esterno, sta cedendo. Dopo poco appare il vecchio circolo del tennis e il complesso di san Quirichino, proprietà dell’Ente diocesano sostentamento del clero. Tutto è diroccato e abbandonato: "Lo doveva comprare l’imprenditore Giorgio Moretti della Klab, ma l’affare pare saltato. Ogni tanto si vedono uscire dei senza fissa dimora".

Svolta in via del Chiassone: "Con la pioggia diventa un torrente, non ci sono scarichi. Pure qui i muri di contenimento stanno cedendo, la collina smotta.

"Questo è l’angolo più abbandonato – prende la parola Nicky Svallaw, che ci abita – La strada è chiusa da anni al transito, ora non si arriva più nemmeno a piedi. Hanno aspettato che crollasse tutto per iniziare i lavori. E con il cantiere su via di San Quirichino bisogna fare tutto il giro da via Senese, più i concomitanti lavori su via delle Bagnesi, risultato che per arrivare in Santo Spirito ci si mettono 40 minuti, mentre in condizioni normali 10".

"Quanto dovremo sopportare questo isolamento? – si domanda la signora – Eppure le tasse le paghiamo come il resto dei fiorentini".

Carlo Casini