Maria Cristina Ogier. Fioritura di un carisma. Dialogo in San Miniato

Domani l’incontro a più voci dedicato alla Venerabile, morta nel 1974, a 19 anni. Momenti di riflessione sulla ragazza che ’viveva sognando il Paradiso’.

"Una vita spesa nell’aiuto alla vita". Questa è stata l’esistenza di Maria Cristina Ogier, giovane fiorentina proclamata venerabile da Papa Francesco. Nel cinquantesimo anniversario dalla morte sarà ricordata nell’incontro ’La fioritura di un carisma’, aperto alla cittadinanza. Organizzato dall’Istituto Maria Cristina Ogier, si terrà domani, venerdì, dalle 15 nella basilica di San Miniato al Monte. Per l’occasione si riuniranno Gruppo Don Setti, Movimento per la vita, Unitalsi, Centro di aiuto alla vita, Terz’ordine francescano e l’associazione ‘Grazie a piene mani’. Realtà diverse che hanno raccolto e portano avanti l’eredità della giovane fiorentina. "Un incontro aperto a tutti coloro intendono scoprire, o riscoprire, la figura di Maria Cristina (qui in una foto bambina). E ci auguriamo che vengano molti giovani, perché il suo itinerario spirituale non appartiene al passato, ma rappresenta un modello sempre attuale di valori e virtù, a servizio di chi ha bisogno e in difesa della vita, dal concepimento alla cura di tutti i suoi momenti".

Così Antonio Borgioli, organizzatore dell’evento e membro del consiglio direttivo dell’Istituto Maria Cristina Ogier. L’incontro è ospitato nella basilica che accoglie il corpo di Maria Cristina.

L’introduzione è affidata all’abate Bernardo Gianni. Duccio Moschella modererà gli interventi e le testimonianze delle diverse realtà, e non mancherà la lettura di brani tratti dal suo diario spirituale, accompagnati dal suono dell’arpa. Maria Cristina Ogier, che a quattro anni scoprì di avere un tumore al cervello, volle essere dama dell’Unitalsi. Lei ammalata s’impegnò, fino all’estremo delle forze, per accompagnare, dare conforto e assistenza agli altri ammalati. Nel 1971, ascoltando a scuola discorsi e pensieri a sull’aborto che in quegli anni erano oggetto di prese di posizioni aspre e contrastanti, esortò il papà Enrico, primario di ostetricia e ginecologia a Careggi, a interessarsene. Nacque così il primo Centro d’Italia di ’Aiuto alla vita’, che fu d’ispirazione poi al Movimento per la Vita, che tanto si batte per i diritti del concepito. Un anno prima della sua morte il terz’ordine francescano l’accolse. L’associazione ‘Grazie a piane mani’ le ha invece intitolato in Congo un ospedale pediatrico.

Quest’incontro non vuole semplicemente ricordare l’esempio luminoso di Maria Cristina Ogier, ma renderla viva, presente. Il suo cammino continua infatti ad interrogare tutti coloro che cercano di dare senso alla vita, al dolore ed alla sofferenza. Il suo ’amore senza confini’ le ispirò di allestire anche un battello fluviale attrezzato a piccolo ospedale che inviò nel Rio delle Amazzoni e che porta il suo nome. Ispirò opere assistenziali e strutture residenziali, che voleva "belle come la sua casa", per disabili, anziani e bambini, in Italia e all’estero. E che esistono tuttora.

Maurizio Costanzo

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