ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Mari, il nuovo direttore generale Asl. Liste d’attesa: al lavoro con gli ingegneri

"Nessuna decisione sarà calata dall’alto". Collaborazione con le migliori teste

Mari, il nuovo direttore generale Asl. Liste d’attesa: al lavoro con gli ingegneri

Non ha ancora cinquant’anni il nuovo direttore generale dell’Asl Toscana centro (classe 1976). Valerio Mari è ufficialmente al timone. Per lui il governatore Eugenio Giani ha parole di elogio. Ci sono grandi aspettative. Forse anche troppe per non restarne almeno un po’ paralizzati. Mari si schermisce. Fa sempre così, i complimenti lo imbarazzano quasi. E’ teso ed emozionato al primo giorno di scuola. Da oggi, come sempre, sarà a lavorare pancia a terra.

E la sua squadra? Un ingegnere elettronico avrà bisogno di una spalla forte, un direttore sanitario che condivida il cammino.

Probabilmente l’attuale Emanuele Gori seguirà il dg Paolo Morello al Meyer. Ma al suo posto non è deciso chi arriverà. Si fanno molti nomi, ma davvero niente è ancora fatto. Anche se in pole position c’è la direttrice sanitaria dell’Asl Toscana Sud Est Simona Dei, la lista dei pretendenti è lunga. E il tempo per sondare non manca. Meglio fare le cose ponderate che affrettarsi e sbagliare. La complessità dell’azienda sanitaria più grande della Toscana richiede un impegno straordinario.

Mari recita il suo breviario: dialogo, confronto e ascolto senza imporre decisioni dall’alto. Come consiglieri solleciterà le migliori teste pensanti presenti all’interno della Asl. Non teme rivalità ma anzi auspica che le idee circolino. Per il bene della collettività.

Per questo ha già messo meno all’organizzazione delle liste di sala operatoria. Gli ingegneri gestionali c’erano già. Ma lui, da ingegnere vuole che riescano a fluidificare quei passaggi ostici organizzativi che portano via troppo tempo tra un intervento e l’altro. Il fatto che il lavoro sia suddiviso in compartimenti stagni tra infermieri, tecnici, medici e che ognuno risponda al proprio referente finisce per mangiare ore preziose.

Anche la specialistica ambulatoriale seguirà lo stesso destino di riorganizzazione. I tempi d’attesa sono uno dei punti più delicati da affrrontare ma non è certo l’unico. Il futuro è una bella sfida con le case di comunità da realizzare e attivare, il personale ridotto all’osso da rimpolpare senza dissanguare le finanze sempre più magre.