Un’esplosione camaleontica in un tour dalle mille sfaccettature che vede protagonista Margherita Vicario. L’attrice romana in questi anni ha cambiato pelle più e più volte, dando sfogo alla sua creatività come cantante, cantautrice, ballerina provetta e conduttrice di podcast. E arriva al Viper Theatre di Firenze il 1° dicembre con "Showtime Tour 2023" che prende il nome proprio dalla sua recentissima creazione, ovvero l’omonimo podcast su YouTube. In quattro episodi (al momento disponibili i primi due), Margherita Vicario conduce gli ascoltatori lungo un viaggio di scoperta, in compagnia di ospiti d’eccezione per analizzare pensieri, paure e slanci che la musica risveglia. Per ogni puntata c’è un argomento diverso, di attualità, rappresentato da una canzone e affrontato dalla Vicario insieme all’ospite di turno in una performance a 360 gradi. Dall’emergenza ambiente alla violenza sulle donne, nel suo podcast lei dà voce a varie tematiche ma anche alle paure che ci affliggono.
Il suo timore più grande?
"Una delle mie paure è vivere facendo finta di niente, proprio come stiamo facendo adesso con l’emergenza climatica. È di questo che parlo in ’Canzoncina’, il brano che si trova nella seconda puntata ’Tragicamente ottimisti’. Pensi che, nemmeno a farlo apposta, c’è una scritta su un muro sotto casa che dice ’Ogni giorno in cui non accade nulla è un giorno perso’. È diventata un po’ il mio mantra".
Cosa troveremo in questo tour?
"Porterò in scena, oltre alle amate canzoni del passato, i nuovi brani legati al podcast. Come ’Ave Maria’ che accompagna la puntata ’Amorevolmente incazzate’".
Idee per la terza puntata del podcast?
"Vorrei parlare di un tema molto delicato ovvero la guerra vista dal punto di vista di donne". Showtime è un progetto a 360 gradi, qual è l’aspetto che emerge di più?
"Credo siano il live e il fatto che una canzone celi infiniti spunti e può farsi portavoce di pensieri profondi".
Duetta con Vinicio Capossela in "La cattiva educazione": come è nata la collaborazione?
"Mi ha chiamata lui, aveva bisogno di una voce femminile per questa canzone, ci siamo incontrati e il progetto mi è piaciuto". Quando deve iniziare a scrivere una canzone come fa a superare il blocco del primo verso?
"Di solito parto dalla musica. Le parole vengono a galla un po’ da sole, in maniera irrazionale, di cosa parla la canzone poi dipenderà da come saranno innestate su quel tipo di musica".
Un ricordo piacevole che la lega a "I Cesaroni"?
"ll rapporto con Claudio Amendola, è stato un incontro molto bello".