REDAZIONE FIRENZE

Mappatura del cervello neurone per neurone Nuove tecniche per combattere la malattia

Progetto di Lens, Università e Meyer con il sostegno di Fondazione Cr Firenze

Il cervello resta sempre un’area del corpo umano densa di misteri ma grazie al progetto scientifico ‘Human brain optical mapping’, presentato a Firenze, adesso ha un po’ meno segreti. Questo perché per la prima volta è stata fatta una completa mappatura del cervello con nuove tecniche ottiche per vedere all’interno e vederne il funzionamento, in modo anche da agire sulle sue patologie. Il progetto è promosso da ricercatori del Laboratorio europeo di spettroscopie non lineari (Lens), Università di Firenze e Meyer con il sostegno di Fondazione Cr Firenze. La mappatura è stata fatta con una risoluzione superiore alla risonanza magnetica funzionale (10mila volte in più): inoltre sono state fatte ricostruzioni tridimensionali di elevata risoluzione di circuiti neuronali in alcune aree come l’ippocampo, la corteccia motoria e l’area di Broca. Sugli animali è stata monitorata in tempo reale l’attività neuronale e sono state provate tecniche di analisi che verificano se una terapia riabilitativa, ad esempio in caso di ischemia, ha effetto o meno. Insomma, una svolta, coordinata da Francesco Saverio, professore ordinario del dipartimento di fisica dell’Ateneo fiorentino: "Le ricerche realizzate sino a oggi in questo progetto dimostrano come la luce può essere utilizzata per studiare le funzioni e la fine organizzazione anatomico-cellulare del cervello, come anche per controllarne il suo funzionamento - ha spiegato -. Questo permetterà in futuro di analizzare la riorganizzazione del cervello dopo eventi perturbativi anche dannosi, come ictus e malattie neurodegenerative".

La rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci ha affermato "che il contributo di chi sostiene il progetto è di vitale importanza", facendo ad esempio riferimento a Fondazione Cr Firenze che ogni anno, come dichiarato dal presidente Luigi Salvadori, "investe 8 milioni di euro nella ricerca". Alberto Zanobini, dg dell’Azienda ospedaliero-universitaria Meyer ha osservato che "per fare ricerca avanzata bisogna fare rete", mentre Renzo Guerrini, direttore del centro di eccellenza di neuroscienze del Meyer ha rivelato che "il progetto ci sta permettendo di individuare le cause e avviare studi finalizzati alla cura di un ampio gruppo di malattie rare legate a meccanismi finora ignoti". Sul cervello e sulle patologie collegate c’è ancora tanto da scoprire, ma Firenze è apripista di un percorso che può portare sviluppi innovativi.

Niccolò Gramigni