
Malati di Alzheimer insieme ai bimbi. La socialità passa dall’asilo nido
L’Alzheimer è un mostro che divora memoria e autonomia. Ma non intacca i sentimenti spontanei. E sono stati attimi commoventi, ieri, a Scandicci, quando anziani affetti da questa patologia e bambini piccoli si sono incontrati al nido. È stato un fiorire di sorrisi, carezze, struggenti emozioni per "Tazzine di ricordi", il primo Caffè Alzheimer in Italia che si svolge in un asilo. L’iniziativa è di una struttura privata convenzionata col Comune che si chiama Giardino delle Tate. Il progetto, patrocinato dall’amministrazione, nasce dall’incontro tra la cooperativa sociale Nomos e "Lo Spazio delle Donne" col loro Spazio Famiglia. Al taglio del nastro erano presenti Gaia Guidotti, vicepresidente della Coop Nomos, e il sindaco di Scandicci Sandro Fallani. Ogni terzo martedì del mese, dalle 9 alle 11, gli anziani che frequentano, gratuitamente, il Caffè Alzheimer alla Coop di Ponte a Greve si trasferiscono al nido: qui fanno merenda coi bambini e svolgono attività esperienziali con l’ausilio della musica, di palle morbide, di teli colorati. Con loro, anche le educatrici e gli operatori, oltre a musicoterapeuti e arteterapeuti. "Il nostro territorio ospita servizi e politiche per il sociale con standard qualitativi particolarmente elevati – dice il sindaco Sandro Fallani – abbiamo un’offerta assolutamente innovativa, che si articola in proposte differenziate tra pubblico, terzo settore e privato, coordinate per dare risposte a esigenze sempre nuove di una società in profonda mutazione. Accogliamo adesso il primo Caffè Alzheimer, un nuovo servizio pensato per affrontare un problema che accomuna molte famiglie, e che favorisce l’incontro tra generazioni distanti, con l’accompagnamento di educatori professionisti in ambiti sicuri e tutelati". Le famiglie dei bambini da zero a tre anni che frequentano il nido hanno seguito un percorso informativo sul progetto, accogliendo l’iniziativa con interesse. "L’obiettivo – ha detto Francesco Manneschi, presidente della cooperativa Nomos – è lasciare che spontaneamente il bambino e l’anziano interagiscano attraverso un linguaggio che è quello prevalentemente non verbale e legato ai gesti e alle emozioni dello stare insieme". Al Caffè Alzheimer si accede in modo spontaneo, Non ci sono requisiti di accesso, per cui possono partecipare persone che vivono la demenza in ogni sua fase.