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"Maggio fuori dal guado" Il commissario Cutaia alla Carmen di Bizet Ma servirà più rigore

L’uomo dei conti annuncia una politica molto severa . Gli appuntamenti in bilico: passa il concetto di sostenibilità. In sala l’ex sovrintendente Pereira, invitato da Mehta.

"Maggio fuori dal guado" Il commissario Cutaia alla Carmen di Bizet Ma servirà più rigore

di Olga Mugnaini

"Occorre un grande rigore, soprattutto in una situazione così delicata". E infatti il commissario straordinario del Maggio, Onofrio Cutaia, è a Firenze per questo. Nonostante la bufera, solo apparentemente placata, il sipario del Maggio continua ad aprirsi e chiudersi regolarmente. E anche ieri sera è andato in scena l’ultimo spettacolo del Festival di Carnevale, con la Carmen di Bizet. Ad accogliere il pubblico non c’era il solito festante ormai ex sovrintendente Alexander Pereira, che però, su invito del maestro Zubin Mehta, direttore sul podio, è intervenuto a vedere una delle sue ultime creature programmate per il Maggio. Cosa resterà del cartellone per l’85° Festival della prossima stagione, già presentato, ancora non si sa, anche se sono certi tagli e ridimensionamenti rispetto a quanto già promesso agli abbonati e al pubblico in generale. Il problema è sempre lo stesso: il rosso in bilancio, in quello del 2022 e se non si interviene anche in quello del 2023.

L’uomo dalle forbici in mano è lui, Cutaia, commissario straordinario che ieri sera in maniera discreta ma cordiale si è seduto in sala per assistere allo spettacolo, cercando di rassicurare con la sua presenza sul futuro del teatro: sarà fatto tutto il possibile per salvare il Maggio da epiloghi ancora più pesanti degli attuali, sembrava promettere. Ma l’impresa è davvero in salita. "Il bene prezioso di questo teatro sono l’orchestra e il coro, oltre ai due grandi maestri Mehta e Gatti, che sono felicissimo di avere al mio fianco. - spiega il commissario - Certo, c’è da vedere la situazione dei conti, dobbiamo fare molta attenzione ma cercheremo di portare il Maggio fuori dal guado".

Intanto, a parte miracoli insperati, il bilancio dell’anno scorso è destinato ad essere chiuso con un passivo di tre milioni e mezzo. Stando a rigor di legge, ciò basterebbe per lo scioglimento dell’ente. I miracoli potrebbero arrivare qualora i soci fondatori quali lo Stato, il Comune o la Regione, decidessero di metter nuovamente mano al portafoglio. Ma questi non sembrano certo i tempi per devolvere al cuor leggero milioni e milioni. Stesso discorso per i conti dell’anno in corso, in gran parte da reimpostare. Pereira aveva promesso tre milioni di finanziamenti da sponsor. Ma le promesse non sono certezze. Infatti, anche nel 2022 ne aveva assicurati sei, poi ne sono arrivati tre. Probabilmente quest’anno qualche milione di sostegno legato al suo nome mancherà, anche se la gran parte degli sponsor storici hanno già detto di non voler far mancare l’appoggio al loro teatro.

In ogni caso toccherà proprio al commissario Cutaia, con forbici, ma anche con ago e filo, ricucire i tanti strappi. Entro pochi giorni si saprà quando verrà riaperta la biglietteria e quali spettacoli avranno passato il vaglio del "sostenibile". Fra quelli in bilico ci sono le opere "Le nozze di Figaro" e "Così fan tutte". Così come pare condannato "Maestri Cantori di Norimberga".