REDAZIONE FIRENZE

C’erano una volta i bei lungarni di Firenze. Cellini e il cantiere imbrattato, alla Zecca un treno di pullman

A San Niccolò una lunga striscia di pannelli sporchi impedisce la vista di tutti i monumenti. Sulla sponda opposta il ’panorama’ della perenne striscia di bus turistici con i motori accesi

La fila dei pullman sul lungarno (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 30 luglio 2023 - Firenze ’mozzata’ e scarabocchiata in uno dei tanti suoi scorci che toglie il fiato. La spina dorsale del lungarno Cellini, con l’appendice spenciata della terrazza marasco – ai piedi di San Niccolò e con gli occhi da tuffare nella grande bellezza fiorentina – è imbrigliata dall’autunno del 2021 nel cantierone, annunciato come assai più breve dei due anni e più in cui resterà attivo, per la realizzazione della centrale idroelettrica. Opera vitale, non si discute, ma lo skyline di Santa Croce, Duomo e torre d’Arnolfo polverizzata dal muro del cantiere lungo decine di metri e finito nei mesi nel mirino delle bombolette spray dei writer più balordi è un cazzotto in un occhio che grida vendetta. Chi passeggia da piazza Ferrucci al ponte alle Grazie si trova d’improvviso, lato fiume una galleria di scarabocchi che si trasforma in un ’tunnel’ all’altezza dei nuovi cassonetti della nettezza, disposti a treno e già ovviamente griffati dai soliti ’artisti’ di strada di cui sopra.

Ma se almeno qui le nubi all’orizzonte sembrano diradarsi – i lavori dovrebbero essere conclusi in autunno – urge una soluzione per la sponda opposta del fiume, lungarno della Zecca, ogni giorno invasa da un filotto di bus turistici (molti con il motore acceso per troppo tempo) che spesso e volentieri non disdegnano una sosta in doppia fila o addirittura tripla! La questione accende gli animi da un pezzo.

C’è chi chiede a gran voce che i mezzi possano accompagnare i viaggiatori fino alle porte della città senza addentrarvisi così massicciamente ma alla fine soluzioni alternative convincenti non se ne sono mai trovate. Ci sono periodi dell’anno, specie in bassa stagione, dove l’invasione è tutto sommato accettabile e ce ne sono altri – come questo – dove l’assedio è fastidioso alla vista (e non di rado pericoloso per la circolazione).

E. Baldi