
di Lisa Ciardi
"A chi verrà a salutare Luca lunedì chiediamo di non comprare fiori, ma di fare una donazione al centro La Fonte di Cercina, perché nostro figlio possa continuare ad aiutare i suoi amici con disabilità, come ha sempre fatto in vita". È la richiesta di Deborah Morici e Filippo Faggi, mamma e babbo di Luca Faggi, 25 anni, studente d’ingegneria, morto insieme alla zia Francesca, 51 anni, nell’incendio della casa della nonna Cristina, 83 anni, ancora ricoverata in gravi condizioni. La tragedia è avvenuta a Quinto Basso all’alba di lunedì, un giorno che Luca aveva progettato di passare sulle piste dell’Abetone insieme a Emanuela Grispino, la sua ragazza, e ad alcuni amici. Un dramma che ha scosso tutta la comunità, facendo però anche emergere la personalità e la generosità di Luca. "Ci sono pezzi della sua vita e del suo impegno che neppure conoscevamo – racconta il padre – e che ci vengono raccontati da amici e conoscenti. Le persone si avvicinano e ci ringraziano: noi non sappiamo nemmeno perché. Nostro figlio era un ragazzo come tanti, con difetti e limiti, ma aveva una spinta enorme verso gli altri, una generosità insolita".
Lunghissimo l’elenco delle associazioni a cui aveva donato il suo tempo: gli scout Agesci, che frequentava con il fratello maggiore, la casa per disabili La Fonte di Cercina, la Casa famiglia Il Melograno, il Cas di Sesto e il centro culturale Arzach che ieri ha organizzato una veglia per ricordarlo.
"Sentiva di dover dare agli altri – prosegue la mamma Deborah – di dover essere utile. A volte lo abbiamo sollecitato a non togliere tempo allo studio, a ridurre l’impegno a Cercina o negli scout, ma lui rispondeva che quelle attività gli davano serenità, lo facevano stare bene". E da questo stesso approccio era maturata, un anno e mezzo fa, alla morte del nonno, la decisione di trasferirsi a casa della nonna, 83 anni, per aiutarla con la zia che aveva una grave disabilità. "Per lui era un modo per sperimentare l’autonomia – spiega ancora la madre – per vivere da solo, ma allo stesso tempo per dare una mano. A volte abbiamo pensato che gli pesasse, perché doveva rinunciare a molte cose, ma era convinto della sua scelta". Oltre all’impegno per gli altri, Luca aveva tanti interessi. "Amava la montagna e lo sci, il mare e la vela, il trekking e la Fiorentina – racconta la sua ragazza Emanuela – e ancora le imprese in bici, che aveva in programma anche per i prossimi mesi. Però sentiva il bisogno di dare valore al tempo ed era convinto che per farlo occorresse aiutare gli altri. Con i ragazzi di Cercina organizzava vacanze e uscite bellissime. Riusciva a intrecciare con loro amicizie profonde, che andavano oltre le barriere della disabilità. Fra i ricordi che citava con più entusiasmo c’era quello di un trekking estivo e di una notte sotto le stelle, tutti addormentati su un grande telo disteso sull’erba. Parlava di questi episodi come di esperienze che riempivano di senso la vita. Anche stare con la zia e la nonna non gli pesava. Per un periodo, post lockdown, mi ero trasferita anch’io da loro e le giornate non erano semplici, ma lui faceva tutto volentieri".
I funerali di Luca e Francesca si terranno lunedì 13 marzo (ore 14), nella pieve di San Martino a Sesto. Altri momenti di preghiera verranno organizzati nella chiesa di Santa Maria a Carraia di Calenzano, dove vivono genitori e fratelli. Ma la memoria di Luca e del suo impegno andranno sicuramente molto oltre: attraverso i tanti che hanno condiviso un pezzo della sua vita e a cui lui, senza farlo pesare, ha sempre teso la mano.