L’Odeon futuro No a giudizi troppo affrettati

Gabriele

Canè

Se le petizioni che circolano mettono in guardia dal toccare il palcoscenico, dal riconvertire la platea, e dal tenere giù le mani dalla galleria, per non parlare del consumo di cibo e della mescita di bevande, beh, diventa difficile immaginare qualcosa che non sia un Odeon più o meno uguale all’Odeon. Il problema è che questo Odeon, che pure è riuscito a inventarsi programmazioni e un pubblico con proiezione di film in lingua straniera, e non solo,non riesce evidentemente a darsi una prospettiva. Il che non è un dettaglio. Detto questo, è ovvio che si può pretendere che un edificio firmato da Coppedé e Piacentini non venga trasformato in una paninoteca. Fino ad ora, però, non sono stati presentati progetti precisi, disegni, rendering, ma solo linee di indirizzo che vanno in un senso ben diverso: quello della qualità, della convivenza di più generi e attività. Può darsi che ne esca un Odeon interessante, moderno, rispettoso. Tutti gli organi chiamati a vigilare lo faranno. Speriamo con misura e buon senso.

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