Lo stralcio delle vecchie multe "Importante principio di legalità" Non basta il voto in Metrocittà per cancellare la figuraccia Pd

Il sindaco festeggia per il via libera al diniego della cancellazione delle cartelle esattoriali votato dal consiglio della Città Metropolitana: ma brucia ancora il rinvio dell’assemblea cittadina convocata oggi a causa delle assenze che avrebbero mandato sotto la maggioranza

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Quando il problema non è il cosa ma come. E’ così che il Pd che ormai ha sviluppato una forma cronica di masochismo alla Tafazzi. Imboccando quei percorsi viscidi dai quali è difficile uscirne con la reputazione illesa.

E la cancellazione dal calendario del consiglio comunale straordinario che avrebbe dovuto svolgersi oggi è uno di quei momenti tragicomici. Un episodio acuto di una malattia che ha cronicizzato. Inutile, a posteriori, chiamare in causa ideologismi e idologie a coprire la più bieca figuretta da pasticcioni. Non sempre ci si può salvare in corner.

La delibera da rendere esecutiva entro il 31 gennaio prevede la non applicazione della rottamazione delle cartelle esattoriali fino a mille euro decisa dal governo Meloni a fine dicembre. Perlopiù si tratta di multe non pagate fra il 2011 e il 2015. E qui occorre un distinguo: perché la rottamazione non intende cancellare la somma dovuta, ma gli oneri accessori derivanti da interessi di mora nel frattempo maturati. Un totale di 5 milioni di euro già dati per persi, in quanto crediti inesigibili su 27 milioni non incassati (anche tanti stranieri che è più costoso contattare che lasciar perdere).

D’accordo o meno, il Pd avrebbe votato compatto come ha fatto ieri nel consiglio della città Metropolitana. Se è vero che qualcuno nella maggioranza, e ci si riferisce a Italia viva, avrebbe potuto votare anche contro (e lo farà nel prossimo consiglio, in zona cesarini), i numeri ci sarebbero stati comunque. Sempre che tutti i consiglieri fossero stati presenti. E qui casca l’asino cominciando a ragliare.

La giunta Nardella aveva avviato la procedura d’urgenza, con consiglio comunale convocato per oggi. Tutti d’accordo lunedì all’assemblea cittadina. Ciao ciao, ci vediamo giovedì. Come no. Quando il presidente del consiglio Luca Milani (Pd) si è accorto che la maggioranza sarebbe andata sotto per le assenze ha deciso per l’irrituale pratica di rinvio. Roba che non si vedeva da trent’anni. E per motivazioni più solide di gente che si è presentata a Milani chiedendo la possibilità di fare un collegamento da remoto.

Per carità, ognuno con le sue sacrosante ragioni: assenze tutte giustificatissime. Magari. Ma due conti si possono fare anche prima di trovarsi in braghe. Prima di convocare un consiglio straordinario due conticini per salvare la faccia costano il giusto. E invece no. Il giorno dopo è tardi per riavvolgere il nostro. Sopra ci si può mettere una pezza. Tocca al sindaco Dario Nardella, in questo caso incolpevole.

Ma prova a spostare l’attenzione parlando del no al blocco imperituro al terzo mandato per i sindaci, della guerra in Ucraina e festeggiando il via libera del consiglio della Città metropolitana proprio a quel diniego dello stralcio delle cartelle esattoriali: l’atto è stato votato anche da Iv, così come da Territori Beni Comuni. Mentre in commissione consiliare 1 l’atto passa facile coi voti contrari dell’opposizione.

"Questo è un dato politico positivo da parte della Città metropolitana e mi auguro che anche il consiglio comunale di Firenze segua questo esempio alla prossima seduta – dice Nardella – Non solo tutta la maggioranza ha votato per il diniego dello stralcio delle cartelle esattoriali ma pure un pezzo dell’opposizione, quindi una larga maggioranza trasversale. Credo che sia importante mantenere un principio di legalità e anche di attenzione verso tutti quei cittadini onesti che le tasse le hanno sempre pagate".

Peccato che il Pd la figuraccia resta.

Ilaria Ulivelli

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