FRANCESCO INGARDIA
Cronaca

Lo scontro sulle quote sociali: "Ogni aumento va concordato"

I gestori stanno inviando lettere alle famiglie per chiedere più soldi. Spinelli: "Non potete cambiare le regole"

La coperta è corta: ci sono 1.649 anziani non autosufficienti in lista d’attesa per il ricovero definitivo in rsa in Toscana (di cui 157 in città) e mille famiglie da Massa a Grosseto non riescono a ottenere la quota sanitaria garantita (e alzata) dalla Regione. "Proveremo in tutti i modi a stanziare ulteriori aumenti – assicura l’assessora regionale alle Politiche Sociali Serena Spinelli – ma non è possibile coprire le richieste di quote sanitarie per intero". I Comuni fanno la loro parte assicurando fino a 53,5 euro al giorno di quota sociale. Ma alla stessa coperta mancano delle toppe che stanno facendo sanguinare ancor di più i conti delle famiglie. Messi a dura prova per le lettere e le telefonate ricevute dai gestori delle rsa in questi giorni per comunicare il rialzo delle quote sociali. Si è aperta dunque una guerra delle tariffe. I gestori chiedono autonomia e margine d’azione per compensare gli aumenti subiti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali dei loro dipendenti, la Regione chiede concertazione. "Ci sono regole di sistema che definiscono i costi, e ci sono norme che chiariscono come la quota sociale venga autonomamente determinata dal gestore. Ci sono differenze sulle tipologie di rette, sulle quali influiscono anche il costo e la gestione dell’immobile. La Regione ha fissato il tetto di 53,5 euro al giorno e dal 2016 non l’ha mosso. Ma nel frattempo il mondo è cambiato, i costi sono aumentati e quindi per una gestione sostenibile la media si aggira attorno ai 68 euro", rivendica il presidente di Uneba Toscana Andrea Blandi. Netta la reprimenda dell’assessora Spinelli, stizzita per aver appreso la notizia direttamente "dai giornali": "Senza un accordo territoriale non potete cambiare le regole del gioco. Se c’è un contratto in essere, il grado di autonomia non significa disattendere quel contratto. State inviando lettere perché stanno scadendo le convenzioni – l’attacco frontale rivolto ai gestori, riuniti alla tavola rotonda del forum organizzato da La Nazione –. Su questo discuteremo a lungo insieme ai direttori delle zone di distretto e il Comune".

Inevitabile l’innesco di un botta e risposta tra le parti in causa. "Non può aver appreso la notizia dai giornali. Già lo scorso 15 settembre, nel suo assessorato, avevamo sollevato la questione dei rincari al momento della scadenza dei contratti", ricorda il presidente regionale Anaste Paolo Moneti. "Peccato che state ipotizzando un aumento della quota fino a 70 euro, è inaccettabile", rimbrotta Spinelli prima di ricordare il trend in crescita degli stanziamenti della Regione per la quota sanitaria (passati nel complesso da 206 milioni a 225): 2 euro dal 1° luglio 2023, 1,60 euro dal 1° gennaio 2024, 1,50 euro dal 1° gennaio 2025 con un aumento complessivo di 5,10 euro al giorno per arrivare a 59,10 euro giornalieri.

"Viviamo un periodo di criticità sociale a più livelli – ha ricordato l’assessore comunale al Welfare Paulesu –. Si tratta di trovare un punto di equilibrio tra qualità del servizio, del lavoro e del giusto compenso. Le residenze sanitarie sono una delle risposte della non autosufficienza, ma se guardiamo alla popolazione anziana in generale dobbiamo pensare anche a strumenti che usano le rsa in certe situazioni ma che cercano di allontanare il momento dell’ingresso in struttura, con tutto ciò che può prevenire l’entrata e il supporto a domicilio. La spesa che il Comune mette a disposizione per la quota sociale è di 9 milioni e 200 mila euro all’anno per 1300 persone".

Al contempo Palazzo Vecchio sulla domiciliarità investe circa 9 milioni di euro all’anno suddivisi in assistenza domiciliare, assistenza sociosanitaria, pasti a domicilio, contributi per assistenti familiari, di dimissione ospedaliera e continuità assistenziale, aiuti ai familiari caregiver fino a raggiungere complessivamente oltre 3600 utenti.