REDAZIONE FIRENZE

L’inchiesta e il sequestro. E poi l’area che fine farà?: "Un grande giardino del rione"

Il comitato dei residenti chiede "un confronto con il Comune e il blocco del progetto". Palazzo Vecchio, terminate le indagini, potrebbe convocare un tavolo con Esselunga.

L’inchiesta e il sequestro. E poi l’area che fine farà?: "Un grande giardino del rione"

di Antonio Passanese

Troppo presto anche solo per azzardare un’ipotesi. Perché l’area del cantiere della strage rimarrà sotto sequestro, facile intuirlo, per parecchio tempo. Lo ha annunciato il procuratore Filippo Spiezia nelle ultime ore: l’area verrà sigillata dopo il ritrovamento del quinto corpo (e quindi già ieri sera) con l’invito a rispettare il provvedimento. E, ovviamente il cantiere è la scena del crimine che servirà alla magistratura, ai consulenti tecnici e alla polizia giudiziaria per stabilire come e perché cinque operai hanno trovato la morte e altri tre sono scampati per miracolo. Quindi si parlerà di mesi, se non anni, di blocco.

Ma il quartiere e la politica hanno già iniziato a interrogarsi sul futuro del gigantesco cantiere nel quale sorgeva l’ex Panificio Militare e dove nascerà (?) un centro commerciale. Mettiamo subito le cose in chiaro: Palazzo Vecchio, essendo quella un’area privata (Esselunga l’ha acquistata nel 2013 per realizzarci un maxi supermercato con attorno piste ciclabili, parco e parcheggi), ha le mani legate, e quindi l’ultima parola spetterà alla società milanese.

Quello che però l’amministrazione comunale potrà fare – fanno trapelare da Palazzo Vecchio – quando la vicenda diverrà più chiara, sarà convocare un tavolo e, insieme all’azienda della grande distribuzione, capire se ci sia ancora la volontà di andare avanti col progetto. Oppure se virare verso altre opzioni. I tempi dell’inchiesta, che è appena agli albori, non sono calcolabili – basti ricordare che per il crollo del Ponte Morandi di Genova l’area venne tenutta sotto sequestro per due anni – ma il sindaco Dario Nardella, durante il Consiglio comunale di lunedì, ha invitato Esselunga a completare una parte delle opere di compensazione urbanistica previste nel contratto: il giardino e il parcheggio da circa 80 posti. Bisogna capire se però la Procura darà il via libera o se vi sia la necessità di mettere tutto in sicurezza per evitare altre inutili tragedie. La sollecitazione del primo cittadino trova la ferma opposizione della Sinistra, con Dmitrij Palagi che chiede di abbandonare il progetto.

"E’ impensabile – afferma il consigliere di opposizione – di inaugurare un’area verde con quel manufatto pericolante. Lì bisogna buttare tutto giù e ricostruire. Davvero si immagina che si potrà fare la spesa in quello spazio senza pensare ai fatti di venerdì 16 febbraio? Il cantiere è probabile che rimanga comunque a lungo bloccato. A questo punto è bene che il Comune inizi un confronto serrato con la proprietà".

A Palagi fa eco il comitato ex Panificio Militare-via Mariti intenzionato a bloccare i lavori in tutti i modi legali possibili, e che adesso chiede al Comune di avviare un percorso di ascolto con i cittadini per il futuro della zona sulla quale, dopo quanto accaduto la scorsa settimana, "ci sono più ombre che luci".

"L’operazione del centro commerciale non è partita sotto i migliori auspici – dicono dal comitato – Da 20 anni ci battiamo per bloccare iniziative speculative che vanno contro i nostri interessi. Palazzo Vecchio (che nel 2002 non esercitò il diritto di prelazione, ndr), però qualcosa può fare: realizzare una variante al Piano urbanistico di via Mariti con regole più restrittive e riacquistare l’area da Esselunga". Già, ma per farne cosa? "Per farne ciò che ci era stato promesso: un grande giardino e strutture per il quartiere. Come nido, biblioteca e centri di aggregazione per giovani e anziani. E invece, dopo anni di silenzio, nel 2019, ci fu presentato un progetto bell’e pronto che prevedeva un mega centro commerciale".

Dal canto suo, la destra si appella a Esselunga proponendo di "rimettere le attrezzature danneggiate nel costruendo parco di via Mariti e istallarci 5 panchine bianche dedicate ai morti".