STEFANO
Cronaca

L’importanza del saper comunicare

Stefano

Pancari *

Non si può non comunicare, questo è il primo assioma di Paul Watzlawick e dei colleghi di Palo Alto (California). A pensarci bene se non parliamo possiamo, anche inconsapevolmente, comunicare attraverso le espressioni facciali e la fisiologia. Non serve che una persona dica a parole se è felice oppure triste, basta guardarla in faccia e lo scopriremmo dopo pochi istanti. Se non rispondiamo al telefono, volente o nolente, stiamo comunicando qualcosa e chi ci sta chiamando potrebbe pensare che non vogliamo parlargli, quando magari siamo impegnati in una telefonata. Il fatto che la comunicazione non venga trattata sin dall’istruzione scolastica ci lascia interdetti. In sostanza viviamo in una società di autodidatti. Questo rappresenta un problema non da poco visto che sulla comunicazione reggono le nostre relazioni. Quanti diverbi e incomprensioni potremmo evitare conoscendo e applicando alcuni dei suoi aspetti basilari? Se mandassimo un messaggio che dice al nostro amico che siamo impegnati in riunione, magari non avrebbe motivo di pensare che ce l’abbiamo sulle scatole e disinnescheremmo sul nascere una sterile polemica. Tratto di questi temi perché il clima in azienda dipende da questi semplici quanto fondamentali aspetti. Garantire relazioni positive sul lavoro è un’opportunità dettata dal nostro senso etico e dal fatto che contribuisce alla salute delle persone, così come alla salute dell’azienda stessa. In un clima positivo le persone hanno un senso di appartenenza maggiore per un innato senso di reciprocità, facendo nascere un circolo virtuoso per entrambi. Invece di incrociare le dita o pretendere che le persone diano il loro meglio sul lavoro solo perché percepiscono una retribuzione, assumiamoci la responsabilità di favorire certe condizioni e facciamo la prima mossa. Educhiamoci ed educhiamo ad una sana comunicazione, in gioco ci sono la nostra salute e la qualità della nostra vita.

* Rebel Safety Communicator