di Rossella Conte
Da quando era piccolo ha un sogno nel cassetto: studiare Giurisprudenza e diventare avvocato.
"Sia i miei familiari che i miei amici non hanno fatto altro che ripetermi durante tutta la mia infanzia e adolescenza: tu devi fare l’avvocato", racconta Leonardo Margarito che ha 21 anni ed è al terzo anno di Giurisprudenza.
Con il tempo però Margarito, che è anche il vice presidente dell’associazione culturale FuoriScena, ha capito che non è proprio tutto rose e fiori e che anche la professione forense è cambiata molto.
"Nell’immaginario comune l’avvocato è una figura affermata e con grandi prospettive di guadagno. Ma non sempre è così – sottolinea Margarito –, conosco tanti giovani avvocati che lavorano in studi professionali a poche centinaia di euro per ore e ore di lavoro. Tanti che poi finiscono a fare tutt’altro. Credo che sia una professione sopravvalutata, ecco perché è tra le più gettonate tra i ragazzi che si rendono conto solo in un secondo momento delle reali difficoltà".
Per Margarito, la vera paura degli studenti ai primi anni non è tanto quella "di non riuscire a finire il ciclo di studi, quanto quella di non trovare un’adeguata collocazione post-laurea".
"Dopo i primi anni poi – aggiunge – tanti abbandonano il percorso di studi. Credo che un numero chiuso possa fare una pre selezione iniziale e aiutare chi vuole per davvero intraprendere la carriera senza disperdere le proprie energie".
Uno dei principali ostacoli è il cosiddetto praticantato: "Un lavoro a tutti gli effetti, che però dovrebbe essere retribuito o abilitante alla professione".
"Per noi, il raggiungimento del diploma di laurea – le sue parole – non coincide con l’ingresso nel mondo del lavoro. Dobbiamo fare il praticantato e poi l’esame".
Poi Margarito con la forza dei suoi 21 anni rivolge un appello al Governo: "Esiste un disallineamento tra il mondo della scuola e quello del lavoro – conclude –. I ministeri di competenza devono lavorare per ridurre questo gap. E soprattutto destinare un budget per incentivare le aziende ad assumere i giovani".
In effetti anche le statistiche indicano che la professione forense è sempre meno scelta: secondo il Rapporto Censis sull’Avvocatura 2022, il numero degli avvocati italiani, per la prima volta nel 2021 è stato in calo. Infatti il saldo tra iscrizioni e cancellazioni alla cassa è di meno 1.604 avvocati e potrebbe essere ancora maggiore: degli avvocati contribuenti, quasi il 6% sono pensionati che continuano a versare. Altro dato indicativo è che la popolazione degli avvocati sta invecchiando: meno del 60% hanno un’età inferiore ai cinquant’anni. Ma il dato più preoccupante è il reddito dei contribuenti più giovani: gli under 30, mediamente, hanno un reddito di 13mila euro l’anno.