
Leishmaniosi, l’ultima emergenza "I casi sono aumentati di sei volte"
di Carlo Casini
Una malattia che può essere letale, trasmessa da punture di flebotomi, insetti simili a moscerini, sta mostrando un preoccupante incremento a Firenze e hinterland: è quanto emerge dai dati sui casi umani di leishmaniosi umana sul territorio della Usl Toscana centro (che comprende le ex Ausl di Firenze, Empoli, Prato e Pistoia), sestuplicati in cinque anni. Se nel 2019 si erano registrati solo tre casi, e nel 2020 erano scesi a due (variazione irrilevante, che però può forse essere letta con il maggior tempo trascorso in casa per le restrizioni imposte dalla pandemia), nel 2021 erano raddoppiati a sei. Nel 2022 poi sono sestuplicati a diciotto e in questo primo inverno 2023 (al 31 marzo), le persone colpite da leishmaniosi sono già nove. Solo su Firenze, i casi nel 2019 erano due, nessun caso nel 2020 forse per lo stesso motivo già ipotizzato poc’anzi, mentre nel 2021 sono saliti a cinque e nel 2022 a sette; schizzati già a sette in questi soli primi tre mesi del 2023, quando ancora la vita all’aria aperta deve ancora cominciare.
Particolarmente colpiti, riferisce l’Usl, sembrano essere i bambini: si nota infatti un maggior numero di casi nella fascia di età 5-16 anni. Ancora più preoccupante il fatto che si tratta nella quasi totalità di leishmaniosi viscerali, ovvero "la forma più grave rispetto alla forma cutanea, che potrebbe anche scontare una qualche sottodiagnosi visto lo scarso rilievo clinico". La malattia è dovuta alla parassitizzazione da leishmania, spiega l’Ausl, "un protozoo intracellulare obbligato del sistema reticolo-istocitario dell’uomo e di altri mammiferi, che colpisce sia gli animali (canidi e roditori) domestici e selvatici che l’uomo. La leishmaniosi è trasmessa solo ed esclusivamente ad opera di un vettore biologico, il flebotomo, insetto ematofago di piccole dimensioni (2-3 mm), simile a piccole zanzare". Preoccupa anche, come ha notato l’ufficio di Igiene e Sanità pubblica, che l’andamento dei casi pare dare segnali di destagionalizzazione: manifestazioni di Leishmaniosi ci sono state anche nella stagione fredda, seppure ci sarebbe da aspettarsi un maggior numero di punture nella bella stagione quando si passa più tempo all’aperto e in ambienti rurali e gli insetti sono più attivi.
La leishmaniosi in Toscana non è affatto una novità: infatti è presente da sempre nelle aree tropicali e subtropicali temperate del mondo e in tutto il bacino del Mediterraneo. Tuttavia se finora a preoccupare erano soprattutto i rischi per i nostri amici a quattro zampe – colpisce infatti prioritariamente i cani, che diventano il serbatoio principale del parassita – ora si nota un evidente incremento anche sugli esseri umani. Nel cane tuttavia la sintomatologia è molto variabile e può essere anche non manifestarsi; oppure possono insorgere sintomi come forfora, caduta del pelo, ulcerazioni localizzate in diverse regioni, crescita abnorme delle unghie, ingrossamento dei linfonodi e della milza, fino all’insufficienza renale e purtroppo può degenerare anche nella morte. Anche nell’uomo si va da alterazioni della cute, e ingrossamento di linfonodi e milza, ma anche lesioni oculari, epistassi, forte sete e poliuria e polidipsia, disturbi della locomozione, fino ad ancor più gravi complicanze e se non individuata e curata, alla morte.
Le ipotesi su un così rilevante incremento della malattia sono molteplici, ma un fattore determinante pare essere la tropicalizzazione del nostro territorio che favorisce il moltiplicarsi dei flebotomi, infatti aumentati come popolazione. Non è da escludere che possa incidere anche l’aumento degli animali vettore e l’abbandono delle campagne periurbane. Serve pertanto una maggiore prevenzione, che è affidata in primis ai padroni dei cani. Due le strategie: il cane va protetto con gli appositi collari e i vaccini, l’uomo con repellenti cutanei e indumenti chiari (gli insetti sono attirati dai colori scuri) e coprenti.