di Giulio Aronica
"Non sembro così vecchio". Sorride divertito Lee Jung-jae quando gli ricordano i suoi trent’anni di carriera tra film e programmi televisivi.
La star di Squid Game - la serie tv diretta da Hwang Dong-hyuk che nel 2021 ha ottenuto su Netflix 111 milioni di visualizzazioni ad appena un mese dal debutto - è l’ospite d’onore della ventesima edizione del Korea Film Fest, la rassegna diretta da Riccardo Gelli, che ha deciso di dedicare all’attore una retrospettiva dei suoi dieci titoli più significativi. Reduce dalla Fashion week di Milano, Lee Jung-jae è accolto in città dal presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, che gli ha conferito il Pegaso e la bandiera della Toscana, e da una folla di giornalisti e curiosi, a cui racconta il suo rapporto con Firenze, una relazione che nasce da lontano: "Sono già stato due volte qui - ricorda Lee Jung-jae - Sono una persona che viaggia molto, e che ha visto tanti luoghi, ma questa città è unica, e ho pensato spesso di trasferirmi. Oggi sono felicissimo di partecipare al Korea, un festival che ha una lunga storia alle spalle, e persone meravigliose che lavorano per realizzarlo". Non potevano mancare le domande sulla serie che l’ha reso famoso nel mondo, consentendogli di conquistare un Critics’ Choice Television Award, due Screen Actors Guild Awards e una nomination al Golden Globe: "Squid Game racconta il desiderio di amore e collaborazione di un’intera società - spiega - Oggi le persone hanno bisogno di aiuto e comprensione, non di violenza, e il mio personaggio, inizialmente fragile e debole d’animo, matura nel corso della storia aiutando i suoi compagni di gioco".
Il rischio che l’irruzione delle piattaforme streaming possa compromettere la visione in sala è uno degli argomenti di più stretta attualità, e l’attore non ha voluto sottrarsi alla spinosa questione: "In Corea oltre a Netflix ci sono anche Amazon e Disney - sottolinea - Credo che le piattaforme svolgano un ruolo positivo, abbattendo la distanza tra nazioni e continenti, e durante la pandemia abbiano permesso di vedere tantissimi film che non potevano essere distribuiti in sala".
Sui suoi progetti futuri, il divo sembra avere le idee piuttosto chiare: "Nel mio paese lavorano molti registi, ma poter collaborare con loro dipende da tanti fattori, e poi c’è Hollywood, la mecca del cinema, il sogno di tutti gli attori; per adesso però mi piacerebbe partecipare ad un progetto più ampio, che coinvolga vari paesi, e magari, perché no, anche qualche autore italiano".
Il Korea Film Fest prosegue fino al 15 aprile in diverse sale fiorentine: La Compagnia, Stensen, Mad Murate Art District - e online su Più Compagnia e Mymovies. La rassegna racconterà in 80 film la Corea del Sud, con una programmazione suddivisa in sezioni.