
Le tende per la pace. Arriva anche Zerocalcare
Piove in piazza San Marco, ma per i presenti è come se ci fosse il sole. Gli scrosci d’acqua di ieri pomeriggio non hanno minato lo status di chi, oramai da 48 ore, occupa tutta la zona antistante il rettorato dell’università di Firenze deciso a portare avanti la propria battaglia ideologica. Alla richiesta d’incontro con la rettrice Alessandra Petrucci non c’è ancora stata risposta, così il presidio va avanti tra striscioni e tende oramai aumentate in numero tanto da occupare la totalità della piazza. Dopo la prima notte passata in più di 100 persone, ieri mattina i manifestanti si sono mossi in direzione delle storiche facoltà del centro storico, in via Laura, via Capponi e all’interno della biblioteca Brunelleschi. Tramite la cosiddetta camminata rumorosa, fra bandiere e cartelli, i ragazzi hanno interrotto temporaneamente la routine universitaria e lezioni per sensibilizzare i colleghi di studio sulla questione palestinese. "Questa catastrofe conta molto più di un esame – dice Arturo Gambassi, 21 anni, studente di Storia -, vale pena fermarsi un attimo per aprire gli occhi su ciò che sta accadendo nei territori occupati da Israele, provando ad attivarsi e a contribuire per quanto ci è possibile". I giorni a venire si preannunciano cruciali per la protesta, con i manifestanti che rimangono fermi nella richiesta di mettersi al tavolo con la rettrice per discutere degli accordi che l’università di Firenze ha in essere con gli atenei israeliani. L’iniziativa degli studenti non è passata inosservata, tanto da ricevere nel pomeriggio la visita del tutto inattesa di Michele Rech, in arte Zerocalcare, in città per la presentazione del suo nuovo libro. Il fumettista si è presentato al presidio portando la propria solidarietà ai ragazzi, proprio come aveva fatto pochi giorni fa in occasione di una manifestazione analoga avvenuta al Salone del Libro a Torino. "E’ stata una sorpresa che non ci aspettavamo – continua Arturo -, la sua visita ci ha dato ancora più fiducia per ciò che stiamo portando avanti. Siamo uno dei 20 presidi attivi in tutta Italia e vogliamo andare avanti fino a quando non saremo ascoltati".
Mattia Lupini