“Le infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata”, il convegno a Firenze

L’incontro all’auditorium di Sant’Apollonia. Il procuratore aggiunto Luca Tescaroli: “Il problema esiste”

L'incontro a Firenze

L'incontro a Firenze

Firenze, 19 maggio 2023 – La mafia e la Toscana, se a primo impatto le due realtà possono sembrare distanti anni luce, il convegno di oggi dal nome “Le infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata nel territorio” dipinge invece uno scenario in cui i due elementi si sono progressivamente avvicinati. Svoltosi all’auditorium di sant’Apollonia l’incontro si è concentrato sulle caratteristiche, sulla conformazione e sui settori che nella nostra regione risultano più esposti ai fenomeni mafiosi. Presenti ospiti d’eccezione oltre che una platea di giovani avvocati praticanti. La quota di partecipazione al convegno, che è servita anche al riconoscimento di crediti formativi per l’Ordine degli avvocati, sarà interamente devoluta dal Lions Bargello all’Associazione nazionale familiari vittime di mafia.

I lavori sono stati aperti dai saluti del Presidente della Corte d'Appello di Firenze, Alessandro Nencini. "Oggi è una giornata importante - ha commentato Alessandro Becattini, presidente del Lions Club Bargello e promotore del confronto - Avere la possibilità di sentire le voci dei magistrati ci fornisce un quadro di un problema che purtroppo in Toscana esiste. Ed è importante affrontarlo, sia a livello di rimedi sia a livello di consapevolezza della popolazione. Ancora l'opinione pubblica locale non si è resa conto di quanto sia vasto il fenomeno"

Presente anche il procuratore aggiunto Luca Tescaroli, che nel ripercorrere alcune della manifestazioni più eclatanti dei fenomeni mafiosi nella nostra regione ha illustrato la conformazione delle organizzazioni sul territorio “Questa iniziativa è meritoria. La toscana non è come la Sicilia o la Calabria. - ha commentato- Non c' è un controllo pressante del territorio e una nidificazione massiccia come in quelle regioni. Ma il problema esiste e la contaminazione del mondo politico, economico e istituzionale è un dato reale. E lo possiamo affermare sulla base degli esiti dei processi. E' una presenza stabile e organizzata di strutture articolate che sono operative dagli anni 80-90". Intervenuta l'assessore alla legalità del Comune Benedetta Albanese, e in rappresentanza della camera di commercio la dottoressa Brunella Tarli. "Mi sono occupato di vari fronti criminali, di mafie nostrane ma anche etniche. In toscana la coscienza in riferimento alle mafie esiste, ed è molto più sviluppata rispetto ad altre realtà, specialmente estere", ha commentato il magistrato Pietro Suchan. Presente anche l'avvocato Giovanni Flora, che nel corso del suo intervento si è concentrato su un punto fondamentale nella lotta alle mafie: il riconoscimento delle caratteristiche delle associazioni di stampo mafioso " Spesso si confondono delle organizzazioni che non hanno determinate caratteristiche con la mafia vera e propria - ha commentato Flora - faccio l'esempio di Mafia Capitale il cui processo ha riconosciuto che di mafia non si poteva parlare. In secondo luogo è importante constatare l'assenza di una politica sociale di governo del territorio in relazione alla lotta alle organizzazioni, la mafia non si combatte solo con il diritto penale e con i processi" conclude l'avvocato.

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