
Lo scorso maggio la protesta dei residenti di via dell’Olmo e via Barberinese contro la nuova antenna (fotocronacheGermogli)
Avevano presentato ricorso al Tar contro un’antenna per la telefonia in via dell’Olmo, a Campi Bisenzio. Ma il tribunale amministrativo ha dato loro torto. La protesta, sfociata anche in una raccolta firme, era partita da Beatrice Querci, che aveva riunito varie persone, "contro l’installazione di un ripetitore telefonico all’angolo con via Barberinese, a pochi metri dalle case, dalla scuola Garibaldi e dalla materna La Villa". Tre cittadini si erano poi rivolti al Tar, difesi dall’avvocato Duccio Maria Traina, contro il Comune, il Ministero della cultura e la Soprintendenza, per chiedere "l’annullamento del provvedimento comunale di autorizzazione". Inwit e il Comune hanno quindi eccepito l’irricevibilità del ricorso perché presentato dopo 60 giorni dalla percezione dell’esistenza del provvedimento. E proprio su questo aspetto si è articolata la sentenza. Dalle foto allegate nel corso, il Tar ha dedotto che "il cartello di cantiere e la relativa recinzione erano presenti già dal 3 aprile 2024".
"L’avvio dei lavori e l’esatto posizionamento dell’antenna – dice la sentenza - erano apprezzabili dai ricorrenti. Ne consegue che il termine per la proposizione delle doglianze ha cominciato a decorrere in una data non successiva al 4 aprile 2024, con conseguente intempestività del ricorso notificato il 7 giugno 2024". Il Tar (sezione prima) ha dunque dichiaro irricevibile il ricorso e ha condannato "i ricorrenti al pagamento in favore del Comune Bisenzio e di Inwit delle spese di lite nella misura, per ciascuna delle due parti resistenti, di 2mila euro", compensando le spese tra i ricorrenti e il Ministero. "La decisione del tribunale – ha detto il sindaco Tagliaferri - conferma la correttezza del nostro operato. Tuttavia, desidero ribadire la mia critica alla normativa nazionale che regola le infrastrutture per le telecomunicazioni. I sindaci sono spesso privati degli strumenti per incidere".