Le cimici che mordono

Il presidente della Corte d’appello, Alessandro Nencini, ha detto proprio così all’inaugurazione dell’anno giudiziario, parlando di "casi contrari ai principi di umanità". Roba da far drizzare i capelli alla Corte europea dei diritti umani che già condannò l’Italia per il sovraffollamento. Quindi negli ultimi mesi si sono registrati almeno un paio di suicidi, in un anno 34 hanno cercato di togliersi la vita, 413 si sono tagliuzzati e oltre 200 hanno iniziato lo sciopero della fame.

Non è certo un caso.

Viene da domandarsi perché accada nel 2023, e soprattutto perché questo problema non sia nelle agende di parlamentari e amministratori. Come non lo è, d’altronde, la situazione dei detenuti-psichiatrici e dei soggetti ‘socialmente pericolosi’ che non possono restare dietro le sbarre perché ritenuti infermi di mente - e quindi assolti - ma non trovano posto e cure altrove. Le uniche due Rems della Toscana (che devono coprire anche il fabbisogno dell’Umbria) hanno appena 39 posti e una lista d’attesa di una cinquantina di persone. Anche questo dovrebbe essere un segno di civiltà: non solo far scontare la pena ai detenuti in condizioni di decenza, ma anche ‘curare’ chi commette reati in circostanze di grave disagio mentale, ed evitare che possa farlo ancora. Lasciarli liberi, abbandonati a sé stessi e alle famiglie non è la soluzione. Ma il solito modo tutto italiano di far passare la nottata.

E’ accaduto anche nei giorni scorsi: un ragazzo fiorentino con problemi mentali ha ucciso un anziano a Pisa senza alcun motivo. Chiediamoci perché non era in una struttura che avrebbe dovuto e potuto curarlo ma nello studio privato di uno psichiatria, chiediamoci se veramente lo Stato non stia abdicando a due grandi temi sociali: la detenzione e l’assistenza sanitaria. Certo è più facile essere curati se ci si rompe una gamba.

Eppure i numeri del disagio mentale, anche tra i giovanissimi, sono in continua crescita. Colpa anche del Covid.

Ma non sarà mica che oltre a ‘scannarsi’ sul carrierismo delle toghe, sulla tagliola per le intercettazioni, sulla presunzione di innocenza con l’incubo che su giornali e tv finisca un arrestato senza il condizionale d’obbligo, magari si possa anche pensare a quei 600 disgraziati che a Sollicciano vivono al freddo di inverno, al caldo d’estate e che al mattino si svegliano con i "morsi" di cimici e topi. La civiltà di un Paese è data dalle condizioni delle sue carceri, diceva Voltaire. Chissà che penserebbe a farsi due passi a Sollicciano.

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