I requisiti per lavorare? Profili digitali e green. "La scuola deve adeguarsi"

Oltre due anni di pandemia hanno stravolto le priorità delle persone e cambiato radicalmente l’accesso alle varie professioni

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Firenze, 18 giugno 2022 - Con la pandemia negli ultimi due anni sono cambiati gli stili di vita delle persone, il mondo in generale in tutte le sue sfaccettature e nell’approccio alle vicende di tutti i giorni e di conseguenza, inevitabilmente, lo stesso mercato del lavoro, argomento che qualche tempo tiene banco.

"Oggi si cercano sempre più figure specializzate e trasversali focalizzate in particolare sul digitale e sul green, competenze che non sempre sono facili da trovare nei potenziali candidati" sottolinea Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio di Firenze.

Lui, grazie anche al lavoro dell’Ufficio studi camerale, ha un quadro dettagliato della situazione che si sta delineando in questi ultimi mesi.

Con l’emergenza sanitaria sono cambiate le dinamiche di ricerca e offerta di lavoro. Cosa è successo?

"La richiesta di competenze digitali e green si è dilatata e ormai riguarda trasversalmente un po’ tutti i settori, dalla salute al benessere, dalla mobilità alla logistica, dall’artigianato al terziario. Basti pensare che in Italia 3.5 milioni di nuovi assunti nei prossimi tre anni dovranno avere questo tipo di abilità".

Secondo le stime dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Firenze sono quasi 33mila le assunzioni previste dalle imprese della città metropolitana tra maggio e luglio, con un incremento del 21% rispetto al 2019, quando nello stesso periodo di riferimento gli ingressi nel mondo del lavoro furono poco meno di 26mila. Continuano però a mancare i candidati.

"La buona notizia è che, complice la stagione estiva e la ripresa del turismo, le aziende sono tornate ad assumere, crescendo addirittura rispetto al 2019. Non si tratta solo di contratti a tempo indeterminato sia chiaro, molti sono contratti flessibili o a tempo determinato. Il problema resta proprio la difficoltà di reperimento di alcune figure che oggi si attesta in media al 40%".

Quali sono i candidati più difficili da trovare?

"Faccio qualche esempio: in cima ci sono i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione. In questo caso la difficoltà di reperimento è al 75,3%. E’ al 71% per gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, al 63% per informatici e ingegneri".

Secondo lei quali sono le motivazioni alla base del quadro che si sta delineando nella nostra società?

"E’ un problema complesso e i motivi sono molteplici. Sicuramente con la pandemia è cambiato il mondo del lavoro e l’approccio, oggi la qualità della vita conta molto di più. C’è stata una evoluzione così rapida che il sistema scolastico non è riuscito a tenere il passo".

Come si può ritrovare una sorta di equilibrio tra domanda e offerta?

"E’ importante che la scuola segua i cambiamenti del mercato del lavoro per aiutare i giovani a orientarsi. Nell’area fiorentina l’attenzione delle istituzioni verso la formazione è alta e ci sono dei modelli virtuosi come il Polimoda e la Scuola di Scienze aziendali di cui la Camera è partner con una percentuale di placement che supera il 90%".

La Camera di commercio di Firenze in questa direzione cosa sta facendo?

"Abbiamo diversi progetti di orientamento e sostegno alle scuole specialistiche. Solo questo anno siamo riusciti a coinvolgere 5.500 studenti di venti istituti diversi".

R.F.

 

 

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