"L’attacco ai luoghi simbolo cominciò nel ’92 a Boboli"

L’ex procuratore Quattrocchi all’Accademia. Cartoline in ricordo di Falcone .

"L’attacco ai luoghi simbolo  cominciò nel ’92 a Boboli"

"L’attacco ai luoghi simbolo cominciò nel ’92 a Boboli"

di Gabriele Manfrin

FIRENZE

L’ipotesi di un attentato alla torre di Pisa e un ordigno inesploso nel giardino di Boboli; sono solo alcuni dei momenti ripercorsi dall’ex procuratore capo Giuseppe Quattrocchi durante l’incontro "L’attentato in via dei Georgofili e l’impegno contro le mafie" di ieri. Un convegno che ha accompagnato la presentazione di un annullo filatelico di Poste Italiane ha visto la presenza di chi, la stagione delle bombe di cosa nostra, l’ha vissuta in prima persona. Dal ricordo delle vittime, alla gestione dell’emergenza. Dal lavoro dei magistrati fino alla fase operativa; questi i contenuti degli interventi degli ospiti, o meglio, dai testimoni. "Nel 92 ci fu un cambio di paradigma, i bersagli non furono più gli uomini ma i luoghi simbolo - ha detto il presidente dei Georgofili Massimo Vincenzini -. L’attentato lo confermò. Ma da quella tragedia l’accademia è rinata".

Presente l’ex procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, che ha ricordato Falcone e le vittime della strage. Leggendo “La banalità del male” di Arendt ha ribadito l’importanza delle istituzioni ricordando alcuni precedenti: "Il 5 novembre del ’92, si trovò un ordigno a Boboli - spiega Quattrocchi -. Lo mise Santo Mazzei, un mafioso che non sapeva parlare italiano. Doveva telefonare e dare l’allarme. Era così “ignorante” che per colpa del dialetto non venne capito e l’allarme non partì". Quattrocchi ha ricordato che i mafiosi ipotizzarono altri luoghi prima dei Georgofili: "Trapelò una notizia; che in un primo momento volevano attaccare la torre di Pisa. Dopo se ne ebbe conferma. Si parlava di quella torre".

Intervenuto l’allora ministro dell’ambiente Valdo Spini, donando il volume dei 10 anni della strage ha lodato lo sforzo dei magistrati, offrendo una prospettiva della gestione governativa dell’emergenza. "E’ importante che la città sia un punto di riferimento della lotta alla mafia - ha spiegato -. La strategia mafiosa qui ha avuto una risposta dallo Stato, ci fu un minuzioso lavoro di intercettazioni che portò importanti risultati".

La vicesindaca Alessia Bettini, ha ricordato l’attentato a Falcone e le vittime della strage: "La ferita dei georgofili è nella memoria della città - ha detto Bettini -. La legalità non va data per scontata".

Intervenuto per l’Associazione vittime dei Georgofili Daniele Gabbrielli. Che ha ribadito l’impegno dell’accademia nei confronti delle famiglie e ha ricordato Giovanna Maggiani Chelli, presidente fino al 2019.

In rappresentanza della Dia, c’era il vicedirettore operativo Nicola Altiero, che si è concentrato sui tratti della mafia attuale a sugli strumenti per combatterla.

"Siamo lontani dalla mafia stragista, oggi questa penetra e si camuffa nell’economia, si insinua nella società. Serve un coordinamento internazionale e lo studio costante del fenomeno".

Convegno curato dall’Accademia dei Georgofili con all’associazione vittime e il Comune.

Per ricordare il trentunesimo anniversario della strage di Capaci e in onore dei magistrati caduti è stato emesso un francobollo su quattro cartoline che riproducono gli acquerelli del maestro Luciano Guarnieri.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro