OLGA MUGNAINI
Cronaca

L’artista che sfida gli stereotipi. Il ciclone di Joana Vasconcelos. Tre opere a Palazzo Pitti e Uffizi

La scultrice portoghese è nota per le sue doti visionarie che amalgama con mito, storia e tradizione . Il richiamo è al quotidiano, con oggetti decontestualizzati e quindi cangianti, ironici e allusivi. .

L’artista che sfida gli stereotipi. Il ciclone di Joana Vasconcelos. Tre opere a Palazzo Pitti e Uffizi

"Il contemporaneo sopra alla tradizione, dal passato al presente, la mia arte si muove su questo doppio registro ed è con grande emozione che guardo le mie opere qui a Palazzo Pitti e agli Uffizi".

Anche a Firenze l’artista portoghese Joana Vasconcelos conferma la sua dote di visionarietà, amalgamando mito, storia e tradizione con ironia e irriverenza, sfidando le convenzioni e gli stereotipi di genere.

Come fa entrando nella Sala Bianca di Palazzo Pitti con le sue gigantesche scarpe “Marilyn“, che ricordano i sandali a tacco alto indossati dalla Monroe nel film ’Quando la moglie è in vacanza’. La particolarità, tipica della Vasconcelos, è il materiale della scultura: una montagna di pentole in acciaio e relativi coperchi. Il richiamo è al quotidiano, con oggetti decontestualizzati e quindi cangianti nel significato, ironico e allusivo.

Lo stesso accade, sempre a Palazzo Pitti, nella Sala di Bona, dove è esposta “Happy family“, una spiazzante reinterpretazione del tema cristiano della Sacra famiglia. Le sculture in cemento sono vestite di femminilità e morbidezza da numerosi ricami, merletti e intarsi all’uncinetto, che da una parte coprono le nudità ma d’altra ne esaltano le trasparenze e la sensualità. Ma soprattutto di questa “sacra famiglia“ disorienta la scelta dei personaggi: al posto di Giuseppe e Maria, la Vasconcelos inserisce due soggetti pagani, Flora e Bacco, che cullando un bambolotto-bambino.

Curata dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt e dal critico d’arte Demetrio Paparoni, la mostra prosegue con un’opera agli Uffizi. “Royal Valkyrie“ è l’intricato e suggestivo intreccio di stoffe, lana, cotone, cordoncini, imbottiture, paillettes, perline, piume e led appeso sul soffitto della Tribuna, "con la potenza delle guerriere da cui prende il nome". La ristrettezza dello spazio e l’impossibilità di affacciarsi bene alla sala limitano l’effetto delle monumentali sculture pensili, che è possibile solo intuire nella loro interezza e spettacolarità di colori e forme.

"Le installazioni di Joana Vasconcelos ci presentano un crescendo ovviamente femminista - spiega Schmidt –, tuttavia senza recriminazioni o rancori sui ruoli storici di genere. Anzi, è proprio l’allegra ironia delle sue creazioni a spiazzarci e a farci riflettere sui ruoli e sull’efficace, dirompente potere femminile".