L’area è sotto sequestro Perizia sui lavori sul tetto

Sopralluogo del pm Von Borries con i vigili del fuoco. Verso una consulenza. L’Arpat: "Dai primi monitoraggi, prodotta quantità minima di inquinanti"

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di Stefano Brogioni

FIRENZE

L’origine delle fiamme, il loro percorso e la conseguente devastazione. E poi verifiche sul tipo di lavori in corso, sul comportamento di chi operava sul tetto - da cui, secondo le prime ipotesi, sarebbe cominciato il rogo - e anche sull’opportunità di un intervento del genere a centro commerciale aperto.

Il pubblico ministero Christine von Borries non vuole lasciare niente di inesplorato. Ha aperto un fascicolo per incendio colposo e ieri mattina ha voluto vedere con i propri occhi cosa resta del grande magazzino Coop di Ponte a Greve dopo il bombardamento del rogo.

Accompagnata dal comandante provinciale dei vigili del fuoco, l’architetto Gennaro Tornatore, il magistrato si è anche fatto issare su un’autoscala per rendersi conto, dall’alto, delle attuali condizioni complessive della struttura. Al termine della ricognizione, è stato disposto il sequestro dell’area corrispondente alla superficie del supermercato, la più danneggiata.

In questa parte, il centro commerciale è completamente scoperchiato. Il fuoco ha trovato una sorta di "camino" nella copertura di legno lamellare e alluminio, che, dopo ore di combustione, è venuta completamente giù. Come ha fatto a prendere fuoco la copertura? Qui si entra nel perimetro dell’inchiesta, che potrebbe riservare qualche sviluppo già nelle prossime ore. Secondo la Coop, la ditta stava eseguendo dei lavori per l’impermiabilizzazione del tetto, ma sulla sommità dell’immobile ci sono altri ’servizi’, come i pannelli fotovoltaici o la centrale dell’impianto di aria condizionata. A far chiarezza su questo, sarà una consulenza che la pm von Borries affiderà a breve a un esperto.

La parte frontale del centro commerciale, corrispondente con l’ingresso e le ali destra e sinistra, è quasi salva.

L’incendio è uno dei più vasti mai verificatisi da queste parti. I danni sono ingentissimi e poco si salverà dall’odore acre del fumo che ha impregnato tutto quello che si trovava dentro l’area commerciale.

Sul fronte ambientale, si è messa in moto l’Arpat. Escluse contaminazioni serie. "I dati su intensità e direzione del vento provenienti dalla centralina meteorologica del Centro Funzionale Regionale di Case Passerini mostrano durante l’evento venti deboli con direzione variabile, prevalentemente da ovest, nelle prime ore dell’incendio. L’intensità del vento è salita a partire dalle 17 fino alle 20, assumendo direzione stabile da ovest o sud ovest. Successivamente i venti si sono ridotti di intensità con direzione molto variabile fino a diventare quasi assenti nelle ore notturne", spiega una nota.

"Su questa base si ritiene che l’incendio abbia prodotto una quantità piuttosto limitata di inquinanti, prevalentemente idrocarburi policiclici aromatici, a causa della combustione della guaina bituminosa e, in misura minore, diossine e furani, a causa della combustione del legno. Si ritiene quindi improbabile una contaminazione significativa dei vegetali e delle superfici nelle aree circostanti il centro commerciale e sono escluse ricadute significative già a distanze di alcune centinaia di metri; sono comunque state attivate le necessarie procedure per gli accertamenti quantitativi dell’impatto. Ulteriori elementi saranno forniti una volta disponibili maggiori dettagli su entità e qualità dei materiali combusti".

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