REDAZIONE FIRENZE

L’addio di Firenze a Beppe Matulli: "Per lui una fermata della tramvia"

Ieri i funerali in San Miniato. La proposta, che trova d’accordo il sindaco Nardella, arriva da Domenici

L’addio di Firenze a Beppe Matulli: "Per lui una fermata della tramvia"

di Antonio Passanese

FIRENZE

"Invito l’amministrazione comunale di Firenze a un’intitolazione importante a Beppe Matulli in relazione alle prossime linee della tramvia per ricordare il suo impegno". La proposta, immediatamente “sposata“ da Dario Nardella, arriva dall’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici che, durante la celebrazione dei funerali dell’ex parlamentare Dc, ieri a San Miniato al Monte, ha ricordato con emozione la figura del politico originario di Marradi e per cinque anni, dal 2002 al 2009, suo vice in Palazzo Vecchio. Nella basilica che sovrasta la città, e che la Giorgio La Pira definiva "la nuova Gerusalemme", c’erano centinaia di persone a rendere l’ultimo omaggio a quello che è stato uno dei padri nobili di Firenze: dalla giunta comunale al gran completo, al governatore Eugenio Giani e la vice Stefania Saccardi, molti consiglieri comunali e regionali di maggioranza e opposizione, il babbo di Matteo Renzi, Tiziano, Tomaso Montanari, il presidente del Palazzo del Pegaso Antonio Mazzeo, i sindaci della Piana fiorentina, Bernardo Marasco, segretario generale della Cgil di Firenze insieme al presidente del Salone de’ Dugento Luca Milani. Ma anche molti ex colleghi che lo hanno accompagnato nella sua vita da politico.

Ad accogliere il feretro di Matulli in San Miniato, il Gonfalone gigliato listato a lutto e le chiarine. A celebrare la funzione religiosa, l’abate dom Bernardo Gianni: "Oggi salutiamo un’eredità viva e preziosa che arriva da un passato dinamizzato dalla speranza, dalla consapevolezza – ha detto il monaco nella sua omelia – da un senso altissimo di responsabilità che si traduce in un oggi fecondo di futuro. Beppe era un amico, un fratello, un maestro di una lucidità unica. Lui aveva saputo rendere la parola Umanesimo non un concetto astrattamento ideologico, ma prassi concreta di adesione alla nostra vita di partecipazione nella comunità civile. Sicuramente Beppe è stato molto di più del padre della tramvia, ma rappresentava una memoria storica irrinunciabile".

Per Leonardo Domenici, che ben lo conosceva, Matulli aveva un’apertura al dialogo che era dedizione e passione con la quale ha contribuito a creare una delle più importanti opere pubbliche che sia mai stata realizzata a Firenze dal dopoguerra a oggi. "Io voglio credere che per lui, quella di domenica, non sia stata la sua morte ma la sua ultima nascita".

Consigliere regionale per tre legislature, onorevole e sottosegretario all’Istruzione dei governi Amato e Ciampi, segretario regionale dello Scudocrociato in Toscana ai tempi di Ciriaco De Mita, amico di Benigno Zaccagnini e Aldo Moro, Beppe Matulli oltre all’interesse per la politica coltivava altri “amori“. Come la montagna. Lo racconta sua figlia Daniela al termine dei funerali, con la voce rotta dal pianto. "Grande appassionato di alpinismo a noi figli ci ha insegnato ad amare e rispettare la montagna. Ha vissuto i dolori della vita con tolleranza, e la malattia, giunta inattesa e avanzata in maniera esplosiva non ha scalfito la sua pazienza, la sua dignità, la sua tenerezza e la sua fede. Lascia a noi figli, ai nipoti e in chi l’ha conosciuto una grande lezione di impegno, dedizione e rispetto per gli altri. Ma soprattutto onestà".

Infine, Simone, l’altro figlio, ha rammentato un episodio di vita familiare quotidiana: "Il nostri miglior momento per godercelo erano le vacanze estive, quando dismetteva i vestiti eleganti e indossava quelli da montagna. Gli piaceva tanto camminare, parlare con gli amici... Oggi babbo ti immagino lassù, su quei ghiacciai bianchi dove tanto amavi andare. Con il sole accecante, l’aria frizzante che solo a quelle altezze si può avere. Tieni per mano la mamma: avete fatto una bella salita e ora siete sul tratto in cui si vede tutto l’azzurro del cielo".