SANDRA NISTRI
Cronaca

L’addio commosso a don Silvano. Il suo lascito in dono ai più bisognosi

In tanti nella pieve di San Martino per l’ultimo saluto al sacerdote: "La sua memoria sarà legata a gesti concreti"

In tanti nella pieve di San Martino per l’ultimo saluto al sacerdote: "La sua memoria sarà legata a gesti concreti"

In tanti nella pieve di San Martino per l’ultimo saluto al sacerdote: "La sua memoria sarà legata a gesti concreti"

L’ennesima dimostrazione dell’affetto di Sesto per don Silvano Nistri è emersa in maniera lampante ieri mattina. La pieve di San Martino, che ha accolto l’ultimo saluto al sacerdote scomparso a 98 anni, era infatti strapiena, con tante persone in piedi. Più di trenta poi i preti presenti all’altare, molti ex cappellani di don Silvano e parroci del territorio sestese ma non solo. A celebrare le esequie l’Arcivescovo Gherardo Gambelli insieme al suo predecessore, il Cardinale Giuseppe Betori e il pievano don Daniele Bani.

"Dobbiamo ringraziare il Signore – ha detto Gambelli – del dono della vita di don Silvano fra noi e lo Spirito Santo perché ci aiuti a conservare la sua memoria. Don Silvano è sempre stato attento a che le testimonianze profetiche avessero un segno nella Chiesa e ha visto in alcune figure concrete, che ha studiato e di cui ha scritto, incarnarsi Dio. Mi piacerebbe che la sua memoria fosse legata anche a gesti concreti, ad esempio quello di invitare tutti i giorni a pranzo i sacerdoti del vicariato per conoscerli meglio". E l’esperienza della "mensa aziendale", come l’ha definita scherzosamente, è stata richiamata anche da don Alessandro Berlincioni primo cappellano di don Silvano e a lui legato da un affetto profondo: "Don Silvano – ha detto – ha percorso tutta la sua esperienza a Sesto, dal 1949 a San Romolo e poi, dal 1986 al 2007, a San Martino ma questa non è stata affatto per lui una esperienza limitante: da un buco di serratura si vede il mondo, diceva sempre. Con lui la canonica era un crocevia di incontri, figure importanti ma anche e soprattutto persone semplici. Bisogna incontrare le facce della gente raccomandava, per questo andava a trovare i malati e mandava anche noi, spesso con indirizzi approssimativi. Da lui ho imparato la maggior parte delle cose che so".

A esprimere il dolore della comunità civile è stato il sindaco Lorenzo Falchi che ha definito don Silvano "un punto di riferimento per tutti, con tanti segni che ha lasciato in eredità di cui far tesoro". Toccante poi la lettura del testamento di don Nistri, redatto a febbraio 2020, con un atto profondo di fede in Dio, un ringraziamento ai familiari e alle persone che lo hanno accudito negli ultimi anni, a tutti i ‘suoi’ parrocchiani e sacerdoti. Quanto ai lasciti materiali l’invito è di donare quanto resterà in carità, in quattro parti uguali: alla Caritas di San Romolo, alla Caritas di San Martino, al Convitto ecclesiastico e alla Madonnina del Grappa.