Non è solo cronaca familiare l’ultimo libro del giornalista sportivo Stefano Prizio, già autore di volumi importanti dedicati ai campioni e ai protagonisti della Fiorentina: pur non perdendo mai di vista la storia corale della sua famiglia, il romanzo ‘Mariniello’ (dal nome del padre) trascende l’aspetto biografico – il padre dell’autore, figlio di contadini dell’Irpinia e ammalatosi in tenera età nel ’44, venne mandato dalla famiglia a curarsi a Firenze, dov’è cresciuto e diventato uomo – per diventare ambiziosamente prosa civica, affresco vivo e reale di fatti epocali e quotidiani del Novecento.
Una questione privata sospesa tra successi e crolli, amori e delusioni, fatica e speranza, che diventa simbolo, vicenda esistenziale, tanto diversa quanto uguale a quella di ognuno di noi: nel mezzo, la Storia con la S maiuscola, con le sue guerre mondiali, gli sconvolgimenti politici e sociali, i terremoti e le alluvioni. Adottando il punto di vista paterno, ‘Mariniello’ diventa allora un intimo atto d’amore non solo verso chi è stato, verso vite, speranze, passioni e frustrazioni riportate alla luce dal sedimento della memoria personale e collettiva, ma un dono prezioso, vivo e attualissimo, rivolto a coloro che verranno, capace di parlare attraverso un lessico asciutto e familiare un linguaggio universale, sottratto allo scorrere inesorabile del Tempo e del Destino: il linguaggio dell’umanità. "Mariniello" è pubblicato per le edizioni Delta3.