
di Manuela Plastina
Porte distrutte dai vandali e attorno il niente: lo stato in cui si trova la ‘Vallombrosina’ è davvero triste. La piccola cappella con annessa una canonica dove tanti imprunetini hanno celebrato nozze e feste, è abbandonata insieme ai suoi vasti terreni che arrivano fino a via Montebuoni. E’ rimasta quasi dimenticata nel verde, da quando per deliberazione della parrocchia nel 2017 tornò sotto la gestione dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero. Eppure questa piccola cappella, restaurata negli anni ’70 su commissione dell’allora parroco don Chellini, nella primavera-estate del 2016 e 2017 era tornata a vivere per almeno due mesi l’anno: la Pro Loco con i suoi volontari la ripuliva e sistemava, per ospitarvi a giugno la ricostruzione del castello del Buondelmonti che la leggenda vuole sorgesse proprio in questi terreni. Lo studio degli antichi documenti, dava una connotazione anche filologica alla riproduzione di un villaggio medievale per l’evento Tavarnuzze al Castello che attirava curiosi e appassionati (foto).
Dopo il passaggio di proprietà all’Istituto diocesano, la Pro Loco presieduta dall’attuale vicesindaco Matteo Aramini chiese di potersi occupare della manutenzione ordinaria dell’area antistante, per realizzarvi eventi nel rispetto della cappella ancora consacrata. Ma l’istituto, ricorda Aramini, non accettò lo scambio alla pari: per omologazione rispetto ad altri contratti simili, propose un contratto di locazione 4+4 con canone di affitto. La Pro Loco, non avendo possibilità e volontà di lucrarvi, dovette rifiutare la proposta. Da allora Tavarnuzze al Castello si è spostata in piazza Don Chellini, mentre la Vallombrosina è tornata nel silenzio dell’abbandono, presa di mira da qualche vandalo che periodicamente fa danni. Da tempo i tavarnuzzini invocano la nascita di un comitato di volontari, come quello che in tanti anni di dedizione e cura ha riportato a nuova vita la vicina chiesa di Montebuoni col restauro dei suoi affreschi. Per la Vallombrosina non è possibile: essendo proprietà privata, seppure non recintata, sarebbe vietato anche il passaggio dei cittadini che ancora amano fare una passeggiata e una merenda vicino a questa cappella dimenticata nel verde, ma che meriterebbe un trattamento ben diverso.