La sua sfida: la pizzeria aperta contro i divieti

Momi El Hawi, il ristoratore ribelle, titolare delle pizzerie Da Tito nonché uno degli organizzatori di #ioapro1501, la protesta contro le limitazioni anti-Covid dei Dpcm, ha collezionato diciotto multe e quattro provvedimenti di chiusura dell’attività. Nonostante tutto, non ha mai spento i suoi fornelli e chiuso le sue cucine. E più volte ha ribadito: "Le mie pizzerie sono luoghi sicuri e rimarranno aperte fino a quando il Governo non deciderà di dare la possibilità a tutte le attività di Italia di lavorare regolarmente almeno fino alle 22. Ho la solidarietà di tanti colleghi, di diversi politici di primo piano e anche delle stesse forze dell’ordine. Sono diversi gli agenti che capiscono quanto io stia facendo. E soprattutto ho la solidarietà dei miei dipendenti, anche per loro sto lottando".

Lo scopo di Momi, e di tutto il movimento Io Apro, è tornare alla riapertura di tutte le attività, "ripartire con la nostra vita, eliminare il coprifuoco e lavorare in sicurezza. Finché tutto non è aperto, regolamentato certo, continueremo per la nostra strada", hanno sottolineato. Oggi 7 aprile, in tutta Italia, nonostante i Dpcm lo vietino, molti locali riapriranno per protestare contro i "ristori-elemosina" e "per ritrovare la dignità di chi lavora in sicurezza e non porta il contagio". "Siamo imprenditori, autonomi, partite Iva e liberi professionisti - dicono in una nota - e apriremo tutti insieme con o senza l’accordo del governo. Abbiamo in questi mesi parlato con tanti rappresentanti delle istituzioni ma nessuno ha mantenuto quello che ci ha detto, ci sono alcuni che cavalcano ‘Io apro’ esclusivamente per i propri fini". Insomma, un ultimatum, dopo l’ultima zona rossa e le restrizioni del periodo pasquale, che hanno dato alla ristorazione l’ennesimo colpo.

ross.c.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro