REDAZIONE FIRENZE

La ripresa economica si è fermata Moda e lusso spingono l’export

I dati del centro studi Ires di Cgil Toscana. "Situazione meno grave nell’area metropolitana fiorentina"

La guerra in Ucraina, la crisi energetica con le bollette alle stelle, la crisi politica con la caduta del governo Draghi e il Pnrr a rischio. E’ il quadro presentato ieri dalla segretaria generale Cgil Toscana Dalila Angelini con i dati del focus realizzato da Ires, il centro studi di Cgil Toscana, sull’economia regionale. Il titolo è inequivocabile: “Toscana, la ripresa si è fermata”. Ancora una volta però la situazione sembra essere meno drammatica per l’area metropolitana fiorentina con il 2021 che è andato in archivio con un risultato, in termini di valore aggiunto, leggermente inferiore alla media regionale (6,4% di contro al 6,8%). Tuttavia, le prospettive del territorio fiorentino appaiono positive. Le esportazioni a fine 2021 hanno raggiunto la cifra record di 16,2 miliardi di euro, trascinate dal settore della moda e da quello dei beni di lusso. Nonostante l’incertezza derivante dalla guerra in Ucraina, tra il 2022 e il 2023 è prevedibile un’ulteriore crescita delle esportazioni. Anche il reddito disponibile delle famiglie nel 2021 è in netta ripresa: l’anno si chiude con un +4,5%, ovvero quasi un punto percentuale in più rispetto alla media regionale. La ripresa del settore turistico trainerà un ulteriore aumento del reddito disponibile nel prossimo biennio, anche se le dinamiche dell’inflazione agiranno da freno sulla crescita potenziale complessiva del territorio.

Ma i dati 2021 danno conto anche di un mercato del lavoro in netta stagnazione (+0,1%) dopo la contrazione rilevata nel 2020 (-4,3%): nei confronti del 2019 si rileva una perdita pari a circa 19 mila occupati in meno (-4,2%), con un’occupazione complessiva che si attesta a circa 430 mila unità; la maggior contrazione riguarda gli occupati autonomi (-4,4%) rispetto ai dipendenti che aumentano dell’1,7%; nei confronti del 2019 l’occupazione autonoma sconta un gap rilevante (-8,7%). La componente femminile ha fornito un contributo positivo sul 2020 (+1,6%; maschi -1,1%) ma la pandemia ha generato problemi soprattutto all’occupazione femminile che evidenzia un differenziale rilevante sul 2019 (-4,8%). I disoccupati sono aumentati del 3,4% portando il tasso di disoccupazione al 6,2%. Le stime Prometeia ci segnalano che la ripresa della domanda di lavoro è calata del 8,2% dopo la pesante contrazione subita nel 2020 (-11,9%); nel 2022 la variazione risulterebbe comunque moderatamente positiva (+1,6%) parallelamente ad un tasso di disoccupazione in aumento di circa un punto e che dovrebbe risultare di poco superiore al 7%.

Nel 2021 gli avviamenti al lavoro in città sono ripartiti ad un ritmo intenso (+28,7%) per un volume complessivo pari a 221 mila unità, con una variazione migliore del dato regionale (+21,4%) anche se nei confronti del 2019 sconta sempre un divario considerevole (-15,5%; Toscana -6%). La ripresa è trainata soprattutto dal lavoro a termine che aumenta con 30 mila posizioni in più (+35,5%) rispetto ad un aumento sostenuto ma meno intenso del tempo indeterminato (+19,8%).

Paola Fichera