SANDRA NISTRI
Cronaca

La rabbia di Calenzano: "Basta vittime sul lavoro". Solo dieci mesi fa, via Mariti: "Non ha insegnato niente"

In tantissimi alla manifestazione promossa da Cgil, Cisl, Uil in occasione dello sciopero provinciale "Non possiamo dire che è casualità: c’è un problema sicurezza che va prontamente affrontato".

In tantissimi alla manifestazione promossa da Cgil, Cisl, Uil in occasione dello sciopero provinciale "Non possiamo dire che è casualità: c’è un problema sicurezza che va prontamente affrontato".

In tantissimi alla manifestazione promossa da Cgil, Cisl, Uil in occasione dello sciopero provinciale "Non possiamo dire che è casualità: c’è un problema sicurezza che va prontamente affrontato".

e Lisa Ciardi

"Basta morti sul lavoro": è il grido unanime che ieri si è alzato da piazza Vittorio Veneto a Calenzano, gremita per la manifestazione e presidio promossi da Cgil, Cisl, Uil in occasione dello sciopero provinciale indetto dopo la tragedia al deposito di stoccaggio carburante Eni in cui hanno perso la vita cinque lavoratori. Stabilimento impiantato nel 1956 ma che ora, anche alla luce degli ultimi eventi, appare decisamente ‘ingombrante’ come hanno ricordato sia il primo cittadino calenzanese Giuseppe Carovani che il Governatore Eugenio Giani: "Chiediamo con forza alle Istituzioni, al Governo, alla Regione, a Eni – ha detto il sindaco - di aprire un tavolo di confronto, perché non è accettabile consegnare alla nostra comunità un futuro con questa spada di Damocle addosso. La Piana è un luogo dove mettere ancora nuove cose, compreso un aeroporto? Occorre una riflessione sul modello di sviluppo, che va cambiato con forza, presto, subito". Proposta, quella del tavolo, sposata in pieno anche dal presidente della Regione Giani che probabilmente non avrà invece gradito il riferimento all’aeroporto, fra l’altro applaudito dalla piazza: "Bisogna tenere conto – ha ribadito il Governatore – delle mutate condizioni, qui non c’era niente quanto il deposito è stato impiantato ma oggi non è così. Per quanto ci riguarda faremo tutto quel che c’è da fare".

Giani e Carovani hanno anche incontrato ieri la moglie e i familiari di Franco Cirelli provenienti dalla Basilicata offrendo loro ogni possibile sostegno anche per una eventuale celebrazione delle esequie a Calenzano. Il Comune di Calenzano ha attivato anche un conto corrente di solidarietà per le famiglie delle vittime. L’iban del conto Unicredit, tesoriere del Comune, è IT43Y0200838103000107278108. Presente anche il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo. La sindaca di Firenze Sara Funaro, con tanti altri primi cittadini, non si è sottratta da un commento sul possibile futuro del sito Eni: "Stamani – ha detto – in Consiglio metropolitano abbiamo avviato una riflessione anche col sindaco di Calenzano. È ovvio che questo è ancora il momento del dolore, in cui è necessario stringersi alle famiglie e pensare a questo. Come Città metropolitana siamo però disponibili ad avviare una discussione insieme alla Regione, ai territori, è chiaro che i territori stanno cambiando negli anni ed è necessario sempre ripensarne gli assetti".

Molti gli interventi da parte del sindacato con un filo rosso costante: la richiesta di non lasciare soli i lavoratori nella loro sacrosanta richiesta di sicurezza, di incentivare il numero dei controlli e degli ispettori oltre che delle sanzioni alle aziende che non attuano comportamenti corretti. "A Firenze – ha sottolineato il segretario toscano della Uil Paolo Fantappiè - sono successe due tragedie nell’arco di dieci mesi. Fino ad oggi 12 persone hanno perso la vita nel 2024 sulla sola provincia di Firenze, 43 in Toscana. Come si può arginare il fenomeno? Con più controlli, serve assumere ispettori e fare ispezioni in tutte le aziende e attività produttive perché chiaramente si sta violando la normativa sulla sicurezza, ci sono violazioni chiare".

"La strage di Calenzano arriva a soli dieci mesi di distanza dall’Esselunga di via Mariti - ha detto il segretario Cisl Firenze-Prato Fabio Franchi-. Non possiamo dire che è casualità: c’è un problema sicurezza che va prontamente affrontato sul territorio, c’è un mancato investimento delle strutture all’interno dello stabilimento, c’è una mancata formazione, ci sono mancati controlli ispettivi".

"Lo abbiamo detto dopo via Mariti- ha spiegato invece Bernardo Marasco, segretario di Cgil Firenze - convochiamo i grandi player privati che hanno grandi cantieri perché vogliamo costruire gli elementi di massima garanzia. Anche in questo caso si tratta di un grande gruppo, non possiamo lasciare questi gruppi a gestire le condizioni di sicurezza senza chiedere in maniera sistemica una dimensione organica di gestione nelle aree d’interferenza".