Sono tornati davanti al rettorato della loro università, bandiere in mano e slogan che risuonano da settimane negli spazi delle facoltà fiorentine: ’Palestina liberà e ‘Fuori la guerra dall’università’. Erano oltre un centinaio i partecipanti al presidio di ieri, organizzato dagli Studenti per la Palestina, andato in scena in piazza San Marco (sede del rettorato dell’Università di Firenze) in concomitanza con la seduta del Cda dell’ateneo.
I manifestanti, come già accaduto la settimana scorsa, chiedono all’Unifi "la cessazione completa di tutti gli accordi con atenei e istituzioni israeliane, e con tutte le aziende belliche del nostro territorio". La protesta si è poi spostata in piazza Brunelleschi, dove i giovani hanno occupato l’aula 4B, dando vita a un’assemblea con gli studenti.
Nell’aula si terranno iniziative, da oggi a venerdì prossimo, per creare momenti di aggregazione e sensibilizzare la popolazione universitaria sulla questione palestinese, spiegano.
Non si è fatta attendere la protesta delle istituzioni. "Sono sconvolto da come a Firenze si continui a protestare davanti e dentro l’Università – tuona Marco Carrai, console onorario di Israele per Toscana – per tagliare ogni legame scientifico con le università di Israele".
Ma non finisce qui: "Una professoressa del dipartimento di biochimica di Firenze – aggiunge Carrai – ha addirittura iniziato la sua lezione facendo parlare un ragazzo per 15 minuti, permettendogli di infangare e incitare all’odio contro Israele davanti a tutta l’aula dove erano presenti anche studenti israeliani". Una situazione intollerabile, sulla quale Carrai pretende chiarezza: "Farò una formale denuncia – conclude – e una richiesta di ispezione alla ministra dell’Università e Ricerca". Dello stesso avviso anche Kishore Bombaci, presidente dell’Associazione fiorentina Amici di Israele, che afferma: "La propaganda antisemita all’Università deve finire".
Intanto, gli studenti del collettivo ribadiscono le loro motivazioni, descrivendo la guerra in corso come "un vero e proprio genocidio" al quale "la nostra università non può essere complice".
E ancora: "Abbiamo deciso di occupare - afferma Marco Ferro, degli Studenti di Sinistra - per far sentire la voce della componente studentesca, che non può stare zitta di fronte a quello che sta succedendo in Palestina, e di fronte agli accordi che l’Università di Firenze continua a mantenere con Israele dopo il 7 ottobre. Non che prima fossero giustificati: l’occupazione, lo stato di apartheid dura da 75 anni, non da ora".
Dall’Unifi, infine, fanno sapere che l’ateneo rimane aperto al dialogo con tutti i rappresenti degli studenti, in quanto luogo di confronto del pensiero critico e di formazione.