Gurrieri
Di chiara ascendenza ossimorica è l’ultimo volume di Piero Buscioni (La penna e lo splendore, ed. MC, Milano). Un lavoro atipico nel panorama poetico contemporaneo. In realtà Piero, figlio di Umberto che con Roberto Barni, Gianni Ruffi e Rodolfo Natalini furono identificati come “la scuola di Pistoia”, è nato a Firenze (1973) e si è laureato in Lettere e Filosofia con Marino Biondi, con una tesi di “Storia della critica e della storiografia letteraria”. Ha diretto per anni la raffinata rivista “Il fuoco”, voluta dal caro e rimpianto Lapo Mazzei e ha collaborato fin dai primi numeri al “Portolano” con una colonna riservata ai suoi aforismi. È da sapere infatti che l’aforisma è la sua grande passione, tanto che si è aggiudicato il premio internazionale sull’aforisma col suo “Aforismi per la fine del mondo”. Buscioni non è mai mancato agli appuntamenti culturali a Firenze, che fossero al Gabinetto Vieusseux o alla sala terrena di Lettere a Brunelleschi, alla Biblioteca Comunale di Sant’Egidio o alle Giubbe Rosse. Insomma, un fiorentino che si muove da Pistoia per venire a Firenze per appuntamenti culturali selezionati. Ora esce questo prezioso mannello di poesie in una collana diretta da Pasquale Di Palma e prefato da Massimo Baldi per MC edizioni di Milano. “Da sempre la mia mano trema / al vento della vita e non afferro”. "È difficile - ci dice Massimo Baldi - trovare in una scrittura - e forse in una vita d’uomo - una così avanzata e insieme naturale sincerità". Una delle forme più utilizzate da Buscioni è l’elegia che è la forma lirica della corrispondenza tra l’intendere attivato dal sentire e il sentito verbalizzato nell’inteso. Una bellissima lirica è dedicata a Firenze, “L’Arno mi disse in una sera tersa / ed io su piedi indocili volavo / la mano nella mano di quel fiume / e tutta Firenze era misura”. Bellissime anche le pagine dedicate alla morte della madre, raccolte sotto il titolo di “Piccolo requiem”.