La guerra dei Mangiarano ’Faremo causa al Comune’

Stefano, 57 anni, invalido totale dopo un incidente stradale. Non può rientrare nella casa di famiglia dopo la morte della madre.

di Pietro Mecarozzi

Oltre il danno la beffa. La storia di Stefano Mangiarano, 57 anni, fiorentino e fratello di Mario, storico disc jockey e producer che da decenni calca i palchi dei principali club della Toscana, ha un nuovo capitolo. Stefano, come riportato da La Nazione a febbraio, a inizio degli anni ‘90 è vittima di un terribile incidente stradale che lo condanna all’invalidità totale e all’interdizione. Il fratello diventa il suo tutore legale, e lui viene preso in cura al Cte (Centro Terapeutico Europeo) di Rignano sull’Arno. Tra gli step consigliati dal centro c’è il rientro a casa – dove vive dagli anni ’80 – nel fine settimana, in modo da passare del tempo con i propri cari. Succede fino al 2019, poi la madre dei due fratelli muore e l’uomo che viveva con lei nella casa popolare di Casa spa, in via Pio Fedi, cambia le serrature. Nonostante al suo interno siano accumulati beni e ricordi di una vita dei Mangiarano, a Mario e Stefano – da quel momento – viene negato l’accesso.

Passano cinque anni: il dj (assistito dal legale Giuseppe Vanità) non smette di battersi per l’amato fratello, ma la situazione, ad oggi, non è minimamente migliorata. Anzi. "Pochi giorni fa – spiega Mangiarano – è morto l’ex compagno di mia madre, e contemporaneamente ci stato notificato da Casa spa (per conto del Comune di Firenze ndr) l’invito a sgombrare l’appartamento dalle nostre cose perché a breve partirà un nuovo iter per la riassegnazione. Sono senza parole". Il fratello Stefano, come se non bastasse, in quella casa fino a poco tempo fa, prima di essere ’bandito’, aveva anche la residenza anagrafica che, dopo una segnalazione ’anonima’ che denunciava il fatto che non vivesse più lì, gli è stata rimossa, scatenando un effetto collaterale devastante. L’uomo non risulta più vivere in quell’appartamento e l’Inps, come disposto da regolamento per l’erogazione delle prestazioni di invalidità, ha bloccato gli assegni con il quale l’uomo faceva fronte alle spese per la riabilitazione. "Dopo aver depositato una denuncia ai carabinieri per fare emergere la questione – continua Mario –, adesso sono costretto a fare causa al Comune di Firenze, in quanto tutto quello che è avvenuto non è legale. Siamo stati abbandonati, hanno prima falsamente affermato che non abitavamo più lì, ma curiosamente adesso dobbiamo recuperare i nostri beni. È uno scandalo vergognoso".

Intanto, Mario ha dato vita anche a una raccolta fondi per le spese legali di "Stefanone". Siamo"stati costretti a intraprendere cause legali, civili e penali", per questo "chiedo sostegno, da tutti sempre dimostrato", conclude Mangiarano.