La generazione senza titoli. Dopo le due finali perse sfuma un altro trofeo: "Ma felici di esserci stati"

L’avventura ad Atene dei tifosi di vent’anni: dai fidanzati che condividono la passione per la squadra alle tre amiche nate nell’anno dell’ultima Coppa Italia "Si soffre ancora ma l’amore per la nostra Fiorentina non conosce sconfitta".

La generazione senza titoli. Dopo le due finali perse sfuma un altro trofeo: "Ma felici di esserci stati"

La generazione senza titoli. Dopo le due finali perse sfuma un altro trofeo: "Ma felici di esserci stati"

FIRENZE

Come una maledizione. Le finali perse del 2023 e ora un’altra occasione mancata. Essere tifosi viola è un esercizio tosto, essere tifosi viola di vent’anni lo è ancora di più.

Ma prima della delusione c’è sempre la fede, oltre che la speranza di alzarla, quella coppa. Benedetta e Clarissa Cavallini e Giulia Nucciotti, da Campi sono volate ad Atene per vedere la loro squadra del cuore. Le tre studentesse ventiduenni frequentano lo stadio da quando erano bambine. "A sei anni abbiamo iniziato ad andare in Fiesole con i nostri genitori" raccontano e dal 2013 tutte e tre hanno l’abbonamento. "La Fiorentina è la nostra grande passione. Non ci perdiamo una partita e quando possiamo seguiamo la squadra anche in trasferta" aggiungono svelando che la finale di Atene è stata caldeggiata dai genitori ma loro subito hanno detto: "Senza di noi non partite".

Se capitan Biraghi e Dodò sono i loro giocatori preferiti, tra i tanti stadi visitati, i ricordi più emozionanti sono legati alla trasferta di Basilea dello scorso anno. "E’ stata una partita ricca di emozioni, abbiamo vinto in rimonta 3-1 e la Fiorentina è andata in finale di Conference League. Poi è andata come è andata…". Le tre giovani tifose erano presenti anche alle finali di Coppa Italia dell’anno scorso, persa 2-1 contro l’Inter, e nel 2014 quando a vincere fu il Napoli per 3-1. "Si soffre e basta, ma l’amore per questa squadra non conosce sconfitta" dicono le tre ragazze che, nate a dicembre 2001 solo per pochi mesi non sono riuscite a vedere Rui Costa alzare la Coppa Italia (era il 13 giugno 2001), l’ultimo trofeo vinto dai viola.

Oltre che fede, la Fiorentina è anche amore. Lo dimostra Gabriele Bianchi, classe ’96, che da tanti tifosi verrebbe definito un fortunato (ad avere una fidanzata che lo segue in trasferta). E’ partito con la sua ragazza Fiorenza Bonini di 24 anni; un nome, una garanzia. Entrambi sono della generazione a cui i trofei viola sono stati solo raccontati. Lui aveva 5 anni nel 2001 quando venne alzata l’ultima coppa, lei neanche uno. Purtroppo è sfumata anche stavolta.

La loro ’sfacchinata’ per raggiungere Atene è iniziata mercoledì alle 6 di mattina ma nella loro voce, a pochi minuti dal fischio d’inizio, non c’è la minima traccia di stanchezza. "Sono uscito da lavoro verso le 5 di notte, e mi sono teletrasportato da Fiorenza. Abbiamo zero ore di sonno alle spalle, ma non ci interessa. Siamo carichi. E’ bello essere qua insieme". I due si sono diretti a Roma dove da Fiumicino sono volati nella capitale greca. Entrambi hanno comprato i biglietti subito dopo la semifinale, ma Gabriele è da settembre che monitora il tabellone della Conference facendoci più di un pensierino. "L’anno scorso abbiamo vissuto la delusione della scorsa finale al Franchi. Ma la Fiorentina è sofferenza, fa parte del pacchetto". Fiorenza, da grande tifosa ha deciso di partire nonostante un esame universitario: "Il rischio di bocciare c’è, ma la speranza è che ne valga la pena. Vedere il primo trofeo alzato non ha prezzo". Speriamo che almeno l’esame sia andato bene.

Barbara Berti

Gabriele Manfrin