La fuga dal lavoro si abbatte anche su Firenze

Previste 33mila assunzioni fra maggio e luglio, ma tante figure non si trovano. E a migliaia hanno lasciato il posto fisso

"Cercasi personale". "Cercasi commessa". E’ il cartello affisso in diverse attività nel fazzoletto di città che si estende da via Nazionale a via Gioberti. Anche se, con il passare dei mesi, anche i quartieri più periferici sono in affanno. Non solo cuochi e camerieri sono tra le figure più richieste del momento (il 16.9%). Nella lista dei più ricercati, al terzo posto, subito dopo il personale non qualificato nei servizi di pulizia (15.2%), troviamo commessi e personale qualificato in negozi (5.8%). Riguardo alla richiesta di professioni si segnala anche una elevata incidenza di impiegati amministrativi e operai specializzati nel sistema moda. Con la pandemia dunque è cambiato il mondo, sono cambiati l’economia e il mercato del lavoro. Se le aziende sono tornate ad assumere, crescendo anche rispetto al 2019, il vero problema resta la difficoltà di reperimento di alcune figure.

Secondo infatti le stime dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Firenze, elaborate su dati Excelsior, sono quasi 33mila le assunzioni previste dalle imprese della città metropolitana per il trimestre tra maggio e luglio, con un incremento del 21% rispetto a tre anni fa, quando nello stesso arco di tempo gli ingressi nel mondo del lavoro furono poco meno di 26mila. "Siamo nel mezzo di una sfida epocale, imposta dal cambiamento della società. Con tante minacce, ma anche opportunità per le imprese. Il mismatch tra domanda e offerta sul mercato del lavoro, che in Toscana ha superato il 41%, quattro punti percentuali in più rispetto al pre-pandemia, è uno degli effetti di questo cambiamento, che ci costringerà a ritirare il nostro sistema formativo. Ma non basta, perché dobbiamo affrontare anche il fenomeno dei licenziamenti volontari, di coloro che lasciano il posto fisso (oltre 130mila persone in Toscana nell’ultimo anno). Non credo che chi lascia volontariamente il lavoro lo faccia per il salario troppo basso. Lo fa, invece, chi vuole e può cambiare le proprie abitudini. Questo sta avvenendo a Firenze, come nel resto d’Italia" spiega Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze.

Che aggiunge: "Oggi il mondo è aperto, senza barriere e la scoperta dello smart working ha aiutato a recuperare gli spazi familiari, ha fatto capire che ci eravamo smarriti dietro a convinzioni che si sono dimostrate fragili – le sue parole -. Sono convinto che quello in atto sia un cambiamento radicale e dobbiamo capire come aiutare le imprese a reagire. La digitalizzazione della società, non solo dell’economia, è il passaggio decisivo, che consente a chiunque di vendere e di assumere personale anche dall’altra parte del mondo". Così oggi basta fare un giro tra le strade della città per toccare con mano la situazione. "Con le liberalizzazioni Bersani e Monti sempre più negozi di abbigliamento lavorano anche il weekend e ciò comincia ad incidere sulla ricerca del personale e sulla ’copertura’ dell’intero orario di lavoro. Dopo bar e ristoranti anche i negozianti sono entrati nel vortice" sottolinea Lapo Cantini, responsabile del settore per Confesercenti Firenze.

R. C.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro