Ceccuti
Ma con una visione aperta e internazionale per le esperienze vissute. Fortemente inserito nel sociale, un’atmosfera già respirata in famiglia, fin dalla tenera età, fondamentale per la sua formazione e per la sua stessa vocazione. Camminare gomito a gomito con la gente e in mezzo alla gente: è il suo impegno quotidiano, il suo primo dovere morale e spirituale. Lo ha fatto come vicario parrocchiale a Santo Stefano in Pane a Rifredi e poi come parroco "in solidum" della parrocchia dell’Immacolata a Montughi. A seguire, negli undici anni trascorsi in Tchad, prima nella capitale, poi nella regione orientale, allorché la Santa Sede dà vita al vicariato apostolico di Mongo. Quindi il rientro a Firenze, e gli incarichi di parroco della Madonna della Tosse. Nel contempo il lavoro come cappellano del carcere di Sollicciano e di vicedirettore spirituale del Seminario. "Sintesi – ha sottolineato il cardinale Betori – tra dimensione pastorale, spirituale, di servizio agli emarginati". È evidente che nella continuità appare all’orizzonte della diocesi fiorentina una Chiesa dalle energie rinnovate. Il prete delle periferie è capace di sollevare gli occhi a guardare in alto, alle atrocità e alle guerre che sconvolgono oggi tanta parte del mondo con lo spettro di una crescente spirale di violenza, oltre ogni rispetto della fede e della ragione. Le parole del nuovo vescovo potrebbero essere di Papa Bergoglio. Come dello stesso Pontefice è la fiducia nel dialogo ecumenico e nel dialogo interreligioso. Salutando con gratitudine ed affetto il cardinale Betori, per lo straordinario lavoro svolto in sedici anni nella diocesi, Firenze riparte con la forza e lo slancio di un parroco che ben la conosce, nel solco dei suoi "maggiori", quali don Lorenzo Milani e padre Ernesto Balducci.