La Firenze turistica che ignora i dettagli

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Giovanni

Morandi

Dopo aver appreso il perfido e poco credibile teorema secondo il quale a compromettere la stagione turistica non sarà la scarsità di turisti ma di camerieri, insinuando che i ragazzi si negano per ingordigia e pigrizia, non ci resta che constatare che per tutto il resto le cose vanno nel migliore dei modi possibili ovvero come sono sempre andate. Finita dunque la ricreazione che si era concentrata sugli appassionanti temi, tipo come respingere oltre le mura i barboni e accettare solo super ricchi e benestanti. E dopo essersi sfiniti in lunghe meditazioni sull’atroce dubbio: quale città vogliamo?, non ci resta che fare quel che abbiamo sempre fatto con una certa capacità: incassare. Firenze è finalmente tornata ad essere quella che era, con la più bella gioventù che sbrana panini extralarge, stando seduta per terra in via de’ Neri, e altrove con i meravigliosi divanetti, poltroncine, tavole con tovagliette stile rustico, insomma tutto mobilio recuperato dalla soffitta e che ora rallegra le nostre piazze. Poi la gente colta si arrovella attorno al dubbio se Firenze debba essere destinata al turismo o ai fiorentini ma intanto le cose vanno nel verso che pare a loro e infatti di recente sono stati inaugurati due o tre musei nuovi di zecca, che si sono aggiunti ai tanti che già c’erano e che costituiscono una delle più alte concentrazioni di musei al mondo, essendo in tutto, salvo errori, 105 musei, in un comune di 400 mila abitanti, contro i 150 musei di Parigi che ha 2 milioni di abitanti. Ovvero? Ovvero questa è una città dove i musei spuntano come funghi e dunque non può che avere una vocazione turistica senza stare a lambiccarsi sulle alternative perché non si tratta di rimettere in discussione la vocazione semmai il modo di sovrintenderla. Come sorvegliare i dettagli. Per esempio, si era già parlato lo sorso anno di un uso accorto delle rive dell’Arno come luogo di ritrovo per la cosiddetta movida. Si è fatto qualcosa per far avanzare questo progetto oppure tutto è rimasto alle enunciazioni? Sarebbe un modo per valorizzare i lungarni. Ci sono perplessità? Parliamone. Il modo peggiore di reagire sarebbe quello con cui si affrontano altri problemi. Mettere la sordina o fare finta di non vederli.

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