Torna al Teatro di Rifredi, da giovedì 13 fino al 22 aprile, "Il principio di Archimede", testo del drammaturgo catalano Josep Maria Miró, tradotto e diretto da Angelo Savelli, in scena con Giulio Corso, Monica Bauco, Riccardo Naldini, Samuele Picchi. Scene di Federico Biancalani, luci di Alfredo Piras. Il pubblico, accolto direttamente sul palcoscenico trasformato nello spogliatoio degli istruttori di nuoto di una piscina, si trova ad assistere nell’arco delle ore che intercorrono tra le lezioni mattutine e quelle pomeridiane alla rappresentazione della spirale che dalla paura porta alla violenza e a una metafora dell’ambiguità della verità.
In un’atmosfera che odora di cloro, parabola della nostra società asettica, Miró tesse un intrigo da thriller psicologico costruito a partire da un apparente caso di pedofilia, per parlarci di educazione e di relazioni sociali, chiedendo a ciascuno di noi di interrogarci sulla nostra personale visione della società.
Lo spettacolo, produzione Teatro della Toscana, torna per la terza volta al Rifredi dal 13 al 22 aprile con la traduzione e regia di Savelli, prende le mosse da un episodio: durante un allenamento Jordi, giovane istruttore dal temperamento estroverso, dà un bacio a un bambino che sta piangendo per paura dell’acqua. Questo gesto provoca le perplessità di alcuni genitori, già turbati da un caso di pedofilia verificatosi in una vicina ludoteca, e innesca una spirale di diffidenza che fa emergere un contesto di pregiudizi e paure che porteranno dal sospetto alla psicosi collettiva, dall’indiscrezione alla crocefissione mediatica. È un bacio innocente sulla guancia, come sostiene l’istruttore, o è necessario vedere in questo gesto un’intenzione davvero malsana? Con la velocità dei social network, il veleno della diceria s’infiltra negli spogliatoi e infetta i rapporti fra gli istruttori di nuoto, la loro direttrice e i genitori dei giovani nuotatori. Il principio di Archimede è un intrigo mozzafiato intorno a un fatto di cui, peraltro, non sapremo mai se è veramente accaduto. Miró ci conduce al finale con una crescente tensione, sapientemente orchestrata, sollecitando l’attenzione dello spettatore, invitato a ricostruire i fatti e a chiarire la spietata caccia al mostro.
Fra gli interpreti, Giulio Maria Corso, giovane attore palermitano diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, vincitore del premio Persefone come miglior attore emergente e del Premio Siae (2011 e 2014) ha lavorato, tra gli altri, con Liliana Cavani, Ugo Gregoretti, Piero Maccarinelli, Ferzan Özpetek, ed ha prestato il suo talento ai più vari generi e media, a partire dal musical (Grease, Rapunzel con Lorella Cuccarini, per la cui interpretazione ha vinto l’Oscar Italiano del Musical come miglior attore protagonista) al docufilm di Rai Uno Adesso tocca a me sull’omicidio del giudice Borsellino.
In scena con lui tre interpreti storici al Teatro di Rifredi: Monica Bauco, Riccardo Naldini, Samuele Picchi. Bauco per anni attrice di punta della compagnia Laboratorio Nove di Firenze, ha lavorato con Barbara Nativi, Andras Jeles, Patrice Bigel ed è stata diretta da Angelo Savelli in Gallina vecchia di Augusto Novelli, al fianco di Marisa Fabbri, e ne La bastarda di Istanbul di Elif Shafak, al fianco di Serra Yilmaz. Naldini è stato il protagonista maschile dello spettacolo cult L’ultimo harem e, più recentemente, nel cast de La bastarda di Istanbul. Picchi giovane attore diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, è stato il protagonista assieme a Ciro Masella di Tebas Land di Sergio Blanco con la regia di Savelli.